Page 248 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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248 l’eserCito alla maCChia. Controguerriglia italiana 1860-1943
politico-militari croati intervenuti a Sarajevo e il gen. Bader, quest’ultimo diede ordine di
anticipare l’inizio delle operazioni stabilite per il 25 aprile . All’ordine di movimento per
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le truppe croate e tedesche, ufficialmente finalizzato a soccorrere il presidio ustascia di Ro-
gatica, corrispose l’ordine per le forze italiane di non varcare la linea di demarcazione e di
limitarsi a sbarrare le possibili vie di ritirata dei partigiani. Il 21 aprile, incontrando Roatta
a Mostar, Bader espresse la propria sfiducia in operazioni anti partigiane su vasta scala come
quelle decise ad Abbazia , evidenziando, inoltre, come la situazione nella Bosnia orientale
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fosse migliorata a seguito di trattative dirette tra croati e cetnici e di alcuni successi locali
ottenuti dalle truppe di Pavelic . Il piano d’azione emanato da Bader faceva affidamento
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quasi esclusivamente sulle truppe tedesche e croate, limitando il concorso italiano alla sola
Divisione “Pusteria”, e non si atteneva, quindi, alle disposizioni del comando della 2ª Ar-
mata. Roatta non si fece scoraggiare e chiese di attuare il ciclo operativo così come previsto,
in esecuzione degli ordini impartiti dai comandi supremi italiano e tedesco che non erano
stati revocati. La prima fase di “Trio” si svolse dal 26 al 30 aprile consentendo lo sblocca-
mento di Rogatica, ma mancando l’importante risultato di annientare il grosso delle forze
partigiane che si sottrasse all’accerchiamento. Il peso maggiore delle operazioni ricadde su-
gli alpini della “Pusteria” che al prezzo di 80 tra morti e feriti inflissero al nemico circa 800
perdite . La “Cacciatori della Alpi” faticò non poco a raggiungere la base di partenza di
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Gacko , mentre la “Taurinense” il 25 aprile fu finalmente pronta ad operare da Sarajevo.
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La “Trio-2” si riprometteva di annientare i ribelli concentratisi nel quadrilatero Saraje-
vo-Kalinovik-Foca-Gorazde. Di fronte ai nuovi tentennamenti tedeschi che proponevano
di rinviare di due settimane l’azione, Roatta chiese e ottenne di assumere il comando di-
retto delle operazioni al posto di Bader. Le operazioni condotte dalle tre divisioni italiane
e dalla 718ª tedesca, senza concorso croato , iniziarono il 10 maggio e si conclusero il 15
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dello stesso mese. Le truppe della “Pusteria” conquistarono Foca, dove i partigiani avevano
696 L’8 aprile, a causa di difficoltà logistiche, gli italiani avevano chiesto di posticipare al 25 la data d’ini-
zio delle operazioni che ad Abbazia era stata fissata al giorno 15. Il 19 i tedeschi espressero preoccu-
pazioni per tale ritardo nel timore che i ribelli, informati dei preparativi dell’Asse, potessero sfuggire
all’accerchiamento. Bader, quindi, chiese agli italiani di affrettare i movimenti delle loro truppe.
697 Già nel corso di una riunione tenutasi a Belgrado il 26 gennaio, Bader aveva manifestato al colonnello
Fabbri la sua contrarietà alle operazioni anti-ribelli su vasta scala, “che lasciano il tempo che trovano,
spargendo solo nuovo terrore, miseria e soprattutto odio contro i tedeschi”, lasciando comprendere
“che gli ordini per le operazioni a largo raggio in Serbia e in Croazia venivano dall’alto e quindi era
giocoforza obbedire” (foglio n. 151 in data 29 gennaio 1942, Colloquio col Generale Bader, nucleo di
collegamento con armata germanica a Belgrado).
698 Il 22 aprile un comunicato dello stato maggiore croato annunciava che per effetto delle ultime azioni
condotte da truppe ustascia con l’ausilio di forze germaniche, le bande ribelli della Bosnia orientale
erano state distrutte.
699 L’aeronautica italiana lanciò 2.494 kg di esplosivo e 1.090 di viveri. Secondo la relazione italiana di
“Trio” le operazioni delle truppe tedesco-croate “si sono risolte in un’avanzata metodica che non si
capisce bene fino a qual punto si preoccupasse di agganciare il nemico”.
700 Le “cravatte rosse” ebbero 108 tra morti, feriti e dispersi, contro le oltre 200 perdite inflitte al nemico.
701 Alle truppe croate vennero assegnati secondari compiti di sicurezza sulla sinistra della Drina.
Capitolo terzo

