Page 251 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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                           La 2  armata e Le operazioni di controguerrigLia in JugosLavia (1941-1943)  251
              zona, imposto dalla scarsità di truppe e dall’esigenza di rafforzare il dispositivo in Slovenia,
              diede l’opportunità alle bande titine di estendere la loro influenza su una vasta parte del
              territorio croato e di insediarvisi stabilmente. Quasi tutta la terza zona divenne una sorta di
              repubblica sovietica, sottratta al controllo delle autorità italo-croate, al punto che il 26 no-
              vembre Tito poté indire a Bihac la prima riunione del Consiglio antifascista di liberazione
              popolare della Jugoslavia . Gli insuccessi croati costrinsero il comando della 2ª Armata a
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              sospendere il ritiro dei presidi dell’alta Erzegovina, a ritardare il ripiegamento di altri ed a
              continuare ad assicurare la protezione delle linee ferroviarie con truppe italiane, nonostante
              gli accordi prevedessero che questo compito passasse ai croati.
                 Nell’estate 1942, il VI ed XVIII Corpo d’Armata condussero una delle più riuscite ope-
              razioni di controguerriglia italiane dell’intero conflitto, l’operazione “Albia” che, iniziata il
              12 agosto con una prima fase protrattasi fino al 22 dello stesso mese interessando la zona tra
              le foci del Narenta e la strada Metkovic-Vrgorac, si concluse con l’operazione “Biohovo”,
              sviluppatasi a sud di Mostar, nella seconda zona, tra il 28 agosto e il 2 settembre. Il risultato
              complessivo fu l’eliminazione di oltre un migliaio di partigiani al prezzo 58 morti e feriti tra
              le truppe italiane e di 127 tra i volontari della M.V.A.C. Reparti delle divisioni “Bergamo”,
              “Messina”, “Sassari” e “Marche”, per un totale di 2 battaglioni bersaglieri, 5 di CC.NN. e 4
              di fanteria, con il supporto dell’artiglieria, di carri leggeri e della Regia Aeronautica, distrus-
              sero la 2ª Brigata Proletaria e altre formazioni minori. Come dimostrano i dati relativi alle
              perdite, un ruolo importante ebbero le bande M.V.A.C., in grado di muoversi rapidamente
              su quei terreni aspri e impervi, che, autotrasportate nottetempo in linea, colsero di sorpresa
              l’avversario. Determinanti ai fini del successo furono anche l’intervento dell’aeronautica,
              che si concretizzò in 80 missioni con il lancio di 14,7 tonnellate di esplosivo, l’attivazione
              di una rete di collegamenti incentrata su apparati radio di grande potenza che assicurarono
              anche le comunicazioni con le unità della Regia Marina (2 torpediniere, 2 cannoniere e
              unità minori), che svolsero azioni di fuoco contro-costa.


















              707 L’organismo si presentava come largamente rappresentativo di tutte le componenti sociali del paese,
                 ma di fatto era costituito da elementi di stretta osservanza comunista. Il consiglio approvò una carta
                 programmatica che, tra l’altro, si esprimeva in modo favorevole alla proprietà privata, riconosceva il
                 pieno diritto nazionale di tutte etnie e rimandava al dopoguerra la scelta della forma istituzionale del-
                 lo stato. Fu anche votata una dichiarazione che disconosceva i poteri del governo jugoslavo in esilio a
                 Londra.
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