Page 255 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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              volontari per le bande collaborazioniste, che all’inizio di luglio assunsero ufficialmente la
              denominazione di M.V.A.C.. In agosto, nel settore della Divisione “Sassari” se ne formaro-
              no 9 con una forza di oltre 12.500 uomini, ai quali vennero forniti 2.550 fucili e 33 armi
              automatiche. Secondo altre statistiche, in settembre operavano in Croazia 21 battaglioni
              e 4 compagnie autonome M.V.A.C., con una forza totale di 12.320 uomini, dei quali 17
              battaglioni erano alle dipendenze del VI Corpo d’Armata, un battaglione e 2 compagnie
              del XVIII, 3 battaglioni e 2 compagnie del V, con altri 6.000 in attesa di essere inquadrati e
              armati dal XVIII. C’erano inoltre 27 battaglioni con circa 10.000 uomini classificati come
              “forze non dipendenti da noi, ma che possono cooperare con noi” . Furono emanate
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              dettagliate disposizioni per l’organizzazione e l’inquadramento delle bande che potevano
              avere compiti di manovra o di difesa territoriale, venendo a essere in questo caso formati da
              “elementi che hanno nelle località le loro case ed i loro beni”, come era il caso soprattutto
              delle bande cetniche. La costituzione dei reparti doveva avvenire in modo progressivo e ai
              comandi di divisione era delegata la costituzione di centri di reclutamento e addestramen-
              to, nei quali i volontari venivano sommariamente addestrati per circa un mese. Il livello
              organico massimo fu stabilito nel battaglione su 4 compagnie di non meno di 120 uomini
              ciascuna, pur prevedendo l’eventuale formazione di raggruppamenti tattici agli ordini di
              un ufficiale italiano per lo svolgimento di specifiche operazioni. Non era prevista dotazione
              di armi pesanti, nell’intesa che il supporto di fuoco necessario sarebbe stato fornito dai co-
              mandi italiani, come il supporto sanitario. Sul piano tattico, le formazioni M.V.A.C. erano
              schierate attorno ai presidi italiani, e in particolare ai più avanzati, a costituire una sorta di
              “cuscinetto” con il compito di garantirli da possibili sorprese e bloccare eventuali tentativi
              di penetrazione, anche con azioni controffensive.
                 Nella seconda metà di settembre il V Corpo d’Armata fu impegnato in un’importante
              operazione nella Velika Kapela, a est di Fiume, in cui furono impiegati reparti delle divisio-
              ni “Granatieri di Sardegna”, “Lombardia” e “Re” . Questa operazione, e quella successiva-
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              mente condotta nella Lika, erano state concepite fin dal maggio del 1942 ma l’evoluzione
              della situazione in altri settori ne aveva determinato il rinvio. Si trattava di due aree che i
              partigiani avevano trasformato in “santuari” e dalle quali attaccavano il traffico ferroviario
              e stradale nelle zone limitrofe. L’ordine di Supersloda per l’operazione sulla Velika Kapela
              richiedeva di incapsulare le bande e distruggerne le basi logistiche impiantate nella zona
              facendo largo ricorso alle armi pesanti e ai lanciafiamme, nonché all’appoggio della Regia




                 passata alle dipendenze del XIV Corpo d’Armata insieme alla piazza di Cattaro.
              716 Foglio n. I/16654/S in data 26 settembre 1942, Milizie cetniche, Comando Superiore FF.AA. “Slove-
                 nia-Dalmazia” – Ufficio Informazioni. Nell’aprile 1943 le M.V.A.C. del XVIII Corpo d’Armata as-
                 sommavano a 6.078 unità con 16 mortai da 45 e 112 armi automatiche.
              717 I reparti delle divisioni furono rinforzati con unità di supporto di Corpo d’Armata, quali 2 gruppi da
                 149/13, 2 squadroni carri leggeri, 1 reggimento bersaglieri, 3 battaglioni CC.NN.. Il supporto aereo
                 fu garantito da 1 gruppo da osservazione aerea e 3 squadriglie da bombardamento. Durante i movi-
                 menti per raggiungere le basi di partenza la Divisione “Re” e l’11° Bersaglieri dovettero sostenere duri
                 combattimenti, perdendovi 123 uomini a fronte dell’eliminazione di oltre 200 partigiani.
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