Page 371 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Il contrIbuto della regIa aeronautIca 371
verso la fine del 1922, quando non a caso Mohammed Idris es Senussi era riparato in Egitto
lasciando come suo rappresentante il fratello Mohammed er Reda, e si era definitivamente
rotto nel marzo del 1923 con un decreto del nuovo governatore, il generale Luigi Bongio-
vanni, subentrato in dicembre a Eduardo Baccari, che conferiva poteri eccezionali ai com-
missari di governo per il ripristino dell’ordine, ivi incluso il disarmo dei presidi senussiti,
e con la successiva proclamazione dello stato d’assedio. Queste misure, intese a imporre
il puntuale rispetto degli accordi e soprattutto a ripristinare la piena sovranità italiana su
tutto il territorio della Cirenaica, suscitarono la reazione della Senussia e portarono ai primi
scontri tra i suoi armati, equipaggiati e istruiti dagli stessi italiani, e le forze a disposizione
di Bongiovanni. Dopo aver cacciato l’avversario dal Gebel occidentale sospingendolo nel-
la regione della Sirte, il 21 aprile le truppe italiane occuparono Agedabia. L’avanzata era
stata sostenuta dagli 8 SVA della 104ª Squadriglia di Bengasi, rinforzata in febbraio da 4
trimotori Ca.3. Per non allarmare le popolazioni, il concorso dell’aviazione non fu invece
richiesto per la successiva avanzata su Marsa el Brega con il risultato che il 10 giugno l’au-
tocolonna con i rifornimenti fu distrutta da un’imboscata ai pozzi di Bir Billal e l’indomani
i reparti in ripiegamento su Lectafia subirono perdite molto pesanti a Bu Grada.
I mesi successivi avrebbero visto gli italiani riprendere l’iniziativa ma la guerriglia, no-
nostante i colpi subiti, continuò a rappresentare una formidabile minaccia anche se tra il
1924 e il 1925 vi fu una lunga stasi delle operazioni, interrotta soltanto da qualche isolato
atto di brigantaggio. Firmato il 6 dicembre 1925 l’accordo con l’Egitto per la definizione
della frontiera orientale, il 7 febbraio 1926 veniva occupata l’oasi di Giarabub, ma anche
la conquista di questa località che custodiva i luoghi santi della confraternita senussita
non ebbe un valore risolutivo. Con il generale Enrico Mombelli, subentrato nel 1926 a
Bongiovanni e rimasto in carica fino al dicembre del 1928, le operazioni di rastrellamento
sul Gebel si intensificarono, senza peraltro riuscire ad assumerne il pieno controllo, ma
nel frattempo venne consolidato il possesso della fascia costiera e nel 1928, le operazioni
condotte dalle forze dei governatorati della Tripolitania e della Cirenaica nella regione della
Sirte e lungo il 29° parallelo ridussero ulteriormente lo spazio di manovra degli insorti.
Dopo anni di combattimenti discontinui tutto questo favorì nell’estate del 1929 una
precaria tregua che nelle intenzioni avrebbe dovuto permettere alle due parti di arrivare a
una soluzione stabile e duratura. Il 18 giugno Badoglio che dal 1° gennaio, subentrando al
generale Teruzzi, aveva riunificato i due governatorati, incontrò Omar al-Mukhtar a Sidi
Rahuma, ma le basi per un vero accordo erano piuttosto deboli, anche perché se da un lato
i ribelli rimanevano in armi, dall’altro il governo di Roma era disposto a riconoscere la Se-
nussia come confraternita religiosa ma non come autorità politica, distinguendo nettamen-
te i due ruoli. La situazione precipitò quando l’8 novembre un brigadiere dei carabinieri e
due zaptiè, carabinieri ausiliari reclutati tra la popolazione, furono uccisi in un’imboscata a
Gasr ben Igdem mentre erano intenti a riparare una linea telegrafica. Gli italiani, ormai sul
punto di liquidare le ultime resistenze nel Fezzan, potevano ora concentrare i loro sforzi in
Cirenaica per chiudere la partita con la Senussia.
Il quartier generale dell’aeronautica era a Bengasi, ma le forze aeree dislocate nella colo-
nia potevano contare su altri due aeroporti ben attrezzati ad Agedabia e Tobruk, e soprat-

