Page 384 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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           km/h, e una quota di tangenza di 5.500 metri. Entrato in linea nel 1935, il Ca.133 arrivò
           in Africa Orientale in novembre e si fece rapidamente apprezzare per la robustezza, che gli
           consentiva di incassare senza troppi problemi i proiettili delle armi di piccolo calibro, per
           la facilità di pilotaggio e per la capacità di operare da terreni non preparati e di dimensioni
           ridotte, doti che già avevano caratterizzato il Ca.101 rispetto al quale il Ca.133 aveva però
           una maggiore capacità di carico, con un peso massimo al decollo di 6.700 chilogrammi a
           fronte di 5.200, e prestazioni superiori, con 255 km/h di velocità massima a fronte di 215.
           Il Ca.111 montava un motore in linea Isotta-Fraschini 750 che nella versione RC.35 eroga-
           va una potenza di 850 cv con una velocità massima di 265 km/h, una quota di tangenza di
           6.000 metri, un peso massimo al decollo di 5.418 chilogrammi, un armamento di caduta
           di 600 chilogrammi di bombe.
              Il Romeo Ro.37 era stato progettato dall’ingegner Giovanni Galasso a cavallo tra il
           1932 e il 1933 e il suo prototipo aveva spiccato il primo volo il 6 novembre 1933 . Si
                                                                               929
           trattava di un monomotore biplano biposto con carrello fisso, struttura della fusoliera in
           tubi e struttura delle ali mista, con longheroni in alluminio e centine in legno. Tra il 1934
           e il 1939 la Regia Aeronautica ne acquisì 621 esemplari con tre diverse motorizzazioni: il
           motore in linea FIAT A.30 da 600 cv fu infatti utilizzato su 228 macchine mentre i propul-
           sori radiali Piaggio P.IX da 560 cv e Piaggio P.XR da 700 cv equipaggiarono rispettivamente
           326 e 64 velivoli della versione Ro.37bis. L’armamento era costituito da 3 mitragliatrici
           da 7,7 mm, due fisse in caccia montate sul cofano motore e sincronizzate con l’elica e una
           brandeggiabile manovrata dall’osservatore, e da un carico di bombe costituito da 12 ordi-
           gni da 12 o 15 chilogrammi agganciate sotto la fusoliera o in alternativa da 72 spezzoni da
           2 chilogrammi in un’apposita spezzoniera ventrale, mentre era montata internamente la
           macchina fotografica planimetrica tipo AGR.61. Con i primi Ro.37 di produzione venne
           costituita nell’agosto del 1935 la 103ª squadriglia da ricognizione strategica, subito inviata
           a Gura, in Eritrea, a cui ne seguirono altre quattro, 105ª, 109ª, 110ª destinate al fronte
           nord e 108ª schierata sul fronte sud, tutte impegnate in compiti di ricognizione, attacco
           al suolo e collegamento. Nel corso delle operazioni, oltre a difetti di lavorazione, emersero
           subito i problemi di surriscaldamento del motore FIAT, il che spiega come mai 39 dei
           49 Ro.37 inviati in Africa Orientale fino al maggio del 1936 fossero della versione bis, e
           si manifestò una preoccupante debolezza strutturale del carrello aggravata da un sottodi-
           mensionamento dell’impianto frenante a cui solo in un secondo tempo sarebbe stato posto
           rimedio dalla ditta Magni.













           929 GreGory aleGi, Il ritorno dei Romeo. Storia e restauro dei biplani Ro.37 e Ro.43, Roma, Edizioni Rivi-
              sta Aeronautica, 2012.

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