Page 389 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Il contrIbuto della regIa aeronautIca           389

                 Dopo un ultimo tentativo di indurre il degiac alla sottomissione, tentativo che Uon-
              duossen utilizzò per guadagnare tempo, le operazioni ripresero il 6 novembre, con la fine
              della stagione delle grandi piogge, stringendo in una morsa le montagne di Ghelesot dove
              si era rifugiato con 1.500 uomini. Al termine di una lunga caccia alla quale presero attiva-
              mente parte i reparti aerei di base all’Asmara e a Dessié smantellando giorno dopo giorno
              la sua banda, Uonduossen fu catturato il 20 dicembre in una grotta sulle rive del Tacazzè
              dalla banda Uollo Galla del capitano Farello, guidata sul posto da alcuni abitanti del luogo,
              e subito fucilato. Il giorno dopo, al termine di un’analoga vicenda caratterizzata da inutili
              e inconcludenti trattative, ne seguirono la sorte i fratelli Aberrà e Asfauossen, catturati nel
              Salalé e subito giustiziati, una decisione che avrebbe avuto conseguenze nefaste alimentan-
              do la determinazione dei guerriglieri e minando la credibilità degli italiani.
                 Un altro ciclo operativo significativo di una stagione che vedeva la Regia Aeronautica
              costituire con i suoi Caproni il vero tessuto connettivo della struttura di controllo dell’im-
              pero, si sviluppò in quei mesi lungo la ferrovia Gibuti-Addis Abeba e a cavallo della “strada
              imperiale”. La ferrovia di Gibuti durante la stagione delle piogge era la principale via di ali-
              mentazione della capitale. All’inizio di giugno la 219ª legione Camicie Nere della divisione
              “Tevere” era stata scaglionata a protezione della linea ferroviaria da Addis Abeba al ponte
              sul fiume Auasc, e da questo punto fino a Dire Daua un compito analogo era stato affidato
              ai fanti del 4° reggimento della divisione “Peloritana”. I piccoli capisaldi allestiti a difesa
              delle stazioni, dei caselli e delle infrastrutture più importanti non potevano però impedire i
              sabotaggi e costituivano a loro volta altrettanti obiettivi per la guerriglia. Tra il 6 e il 9 luglio
              i ribelli assalirono le stazioni di Las Addas, Moggio e Adama e il casello di Zalalacà, facendo
              anche deragliare due treni di soccorso inviati da Addis Abeba e Dire Daua. Nonostante la
              loro superiorità numerica non riuscirono però ad avere la meglio sulle camicie nere e dopo
              aver subito pesanti perdite vennero ovunque messi in fuga dall’intervento della I brigata
              eritrea del generale Sebastiano Gallina e della Regia Aeronautica che il 9 luglio, approfit-
              tando di una pausa del maltempo, portò a termine 23 sortite con i velivoli di base ad Addis
              Abeba, Dire Daua e Giggiga. Tre giorni dopo il traffico ferroviario riprese regolarmente,
              mentre il dispositivo di protezione veniva rafforzato con treni armati.
                 Fino a ottobre la situazione sarebbe rimasta relativamente tranquilla, con le squadriglie
              di Las Addas e Dire Daua impegnate in missioni di ricognizione di dubbia efficacia data
              l’abilità degli insorti nel mascherare i loro movimenti in una regione montuosa e ricca di
              vegetazione, e in occasionali bombardamenti sulle località dove erano segnalate bande di
              armati, impiegando anche qualche ordigno caricato con fosgene o iprite. In quel momento
              erano presenti in zona solo i reparti nazionali della “Tevere”, che si limitavano al presidio
              dei fortini e al pattugliamento della linea ferroviaria. L’aeronautica dovette quindi prov-
              vedere al servizio di sorveglianza e di protezione della linea con una quotidiana attività di
              perlustrazione che, quando le condizioni atmosferiche lo permettevano, si sviluppava senza
              soluzione di continuità dalle 7 alle 18. Spesso il servizio ferroviario poté essere garantito
              soltanto con una pronta azione di spezzonamento e mitragliamento contro nuclei di armati
              che erano riusciti ad avvicinarsi alla ferrovia in zone non presidiate. Quest’opera di repres-
              sione, diretta soprattutto contro le bande agli ordini di Ficre Mariam, fu particolarmente
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