Page 387 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Il contrIbuto della regIa aeronautIca 387
una nuova base logistica, da cui rifornire sempre per via aerea sia la capitale che i presidi
lungo la ferrovia, e un terzo fu organizzato tra Macallé e Gondar, il tutto potendo contare
mediamente su non più di una cinquantina di trimotori distribuiti tra Macallé e Dire
Daua. Questi due campi, a differenza di quello di Addis Abeba penalizzato da un pessimo
drenaggio, garantivano infatti una maggiore operatività e si dimostrarono utilizzabili anche
nel cuore della stagione delle grandi piogge. In attesa di migliorarne il fondo, per far fronte
all’impraticabilità dell’aeroporto della capitale venne attrezzato un nuovo campo di volo
nella vicina località di Las Addas, su cui si rischierarono i Ro.37 della 110ª squadriglia a cui
era affidato il compito di pattugliare la linea ferroviaria per Gibuti. Da Dire Daua, appro-
fittando di una temporanea schiarita, si alzarono invece in volo i 12 S.81 che il 29 luglio
contribuirono con la loro azione di spezzonamento a stroncare il temerario attacco ad Ad-
dis Abeba lanciato nelle prime ore del 28 luglio da circa 4.000 guerriglieri, un migliaio dei
quali rimasero uccisi a fronte di 19 caduti e 66 feriti nelle file dei reparti italiani e coloniali
che li avevano ricacciati. All’elenco delle perdite si aggiungevano i nomi dei quattro aviatori
dell’equipaggio di un S.81, abbattuto dai colpi di un paio di mitragliere Oerlikon da 20
mm mentre attaccava le posizioni dei ribelli da non più di 250 metri di quota. Prima che
l’intensificarsi del maltempo riducesse drasticamente l’attività aerea, in luglio gli S.81 del
9° stormo totalizzarono 146 sortite, 114 delle quali per il trasporto di uomini e materiali o
per il lancio di rifornimenti .
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Le prime operazioni
Sul finire di giugno, mentre le operazioni subivano una sosta sul fronte settentriona-
le, sul fronte meridionale, e in particolare nel settore del Giuba, la divisione speciale agli
ordini del generale Carlo Geloso, sostenuta dal XXV gruppo di Lugh Ferrandi, che aveva
sostituito il Ca.101 con il Ca.111, e dal XLV gruppo, i cui Ca.133 erano stati distribuiti
tra Lugh Ferrandi e Neghelli, avanzando verso nord su più colonne lungo il Daua Parma,
aveva occupato senza troppe difficoltà il Borana assicurandosi il controllo dei centri caro-
vanieri di Mega e Moiale, ai confini con il Kenya. Il 12 luglio venne raggiunta Javello e il
23 Agheremariam, ma, a una ventina di chilometri a nord di questa località, l’avanzata si
arrestò contro le forti posizioni occupate sul Monte Giabassiré da un’aliquota delle forze di
ras Destà, il cui grosso rimaneva schierato nella zona montuosa di Uadarà fronteggiando
verso oriente le provenienze da Neghelli. Col sopraggiungere delle grandi piogge anche in
questo settore le operazioni conobbero una lunga stasi che si sarebbe protratta fino a otto-
bre inoltrato, impedendo ogni ulteriore progresso verso Irgalem, capoluogo del Sidama, e
frustrando così il tentativo di accerchiare da nord le posizioni di Uadarà. Il XLV gruppo
era stato intanto trasferito a Dire Daua, per concorrere con i suoi Ca.133 alla difesa della
ferrovia e della capitale, e la forza da bombardamento e trasporto a disposizione di Geloso
si era così ridotta al solo XXV gruppo, che operava con l’8ª squadriglia da Neghelli, dove
931 Ferdinando pedriali, L’aeronautica italiana nelle guerre coloniali. Africa Orientale Italiana 1936-
1940. Dalla proclamazione dell’Impero alla Seconda Guerra Mondiale, op. cit., p. 14.

