Page 392 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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           a quelle centrali e occupati in funzione delle necessità. Questa complessa struttura venne
           completata via via che le condizioni atmosferiche e stradali lo permettevano, accantonan-
           do i materiali necessari sui campi dell’Eritrea e della Somalia in attesa di poterli smistare
           secondo il piano prestabilito, con una rapida accelerazione all’avvicinarsi della ripresa delle
           operazioni, provvedendo al tempo stesso a garantire il funzionamento di tutti i servizi di
           interesse aeronautico: manutenzione velivoli e motori, trasporti, rifornimento carburanti
           avio e auto, fotografico e cinematografico, radiotelegrafico e radiogoniometrico, meteoro-
           logico, telegrafico e telefonico.
              Sul finire dell’estate del 1936 l’organizzazione dell’aeronautica dell’Africa Orientale fu
           ridisegnata dal generale di squadra aerea Pietro Pinna, subentrato il 14 agosto ad Ajmone
           Cat, in relazione alle nuove esigenze di controllo del territorio. Soppressi alla data del 1°
           ottobre i comandi aviazione dell’Eritrea e della Somalia furono costituiti quattro comandi
           di settore, denominati secondo il loro orientamento rispetto alla capitale nord (Asmara),
           est (Dire Daua), sud (Mogadiscio), ovest (Addis Abeba), e il 5 novembre il Comando
           Aeronautica AOI, anch’esso di nuova costituzione, si trasferì dall’Asmara ad Addis Abeba.
           Aboliti i comandi di brigata e di stormo, i reparti vennero riorganizzati in gruppi articolati
           in due squadriglie da bombardamento e, ove possibile, almeno una da osservazione. Ogni
           settore aveva inoltre una squadriglia di stato maggiore destinata a consentire di svolgere at-
           tività di volo agli ufficiali impiegati nei comandi. Il settore est schierava i gruppi IV, XXVI
           e XXIX con un totale di quattro squadriglie di Ca.133, due di S.81 e due di Ro.37bis distri-
           buite sui campi di Dire Daua, Giggiga e Arba, il settore sud i gruppi XXV, XXXI e XLV con
           due squadriglie di Ca.133, due di Ca.111, una di Ro.37, una di Ro.37bis e una di Ro.1 sui
           campi di Hinna, Lamascillindi, Neghelli e Javello, oltre alla squadriglia di stato maggiore
           di Mogadiscio montata su Ca.101 e CR.20, il settore ovest il XLIV gruppo, con due squa-
           driglie di Ca.133 e una di Ro.1, ad Addis Abeba, e tre squadriglie di Ro.37 e una di Ro.1
           a Las Addas, il settore nord i gruppi XXVII e XXVIII, con quattro squadriglie di Ca.111 e
           due squadriglie di Ro.1 tra l’Asmara, Dessiè e Bahar Dar, una squadriglia Ro.1 ad Assab e la
           squadriglia di stato maggiore all’Asmara, oltre a una squadriglia di idrovolanti Cant.Z.501
           a Zula che non avrebbe preso parte alle operazioni. Ogni settore comprendente un numero
           variabile di basi di 1ª, 2ª e 3ª categoria e si appoggiava a una base logistica, Massaua-Zula,
           Assab-Gibuti e Mogadiscio rispettivamente per i settori nord, est e sud, e Addis Abeba, che
           a sua volta faceva capo alle strutture di Massaua-Zula e Assab-Gibuti, per il settore ovest.
              Le basi di 1ª categoria erano state scelte privilegiando considerazioni di natura logistica,
           in località vicine alle grandi vie di comunicazione, e puntando a far sì che in ogni regio-
           ne dell’impero fosse possibile intervenire simultaneamente da due o tre di esse. Alla fine
           delle grandi piogge i campi disponibili erano 12, non tutti ancora sede di reparti di volo
           ma tutti destinati a essere operativi alla ripresa dell’attività. Per far fronte all’eventualità,
           poi verificatasi, dell’interruzione delle vie di comunicazione a causa del maltempo, nelle
           nuove basi erano state accumulate le scorte necessarie a garantire l’autonomia logistica
           indispensabile per il prosieguo delle operazioni, anche in previsione del fatto che l’occu-
           pazione di altri campi, ancora più avanzati, le avrebbe trasformate in basi di supporto. A
           rifornirle aveva provveduto soprattutto la ferrovia che dal 5 maggio al 31 dicembre 1936


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