Page 397 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Il contrIbuto della regIa aeronautIca 397
La fusoliera di un Ro.1 smontato viene sbarcata nel porto di Massaua nel corso dei preparativi
per la cosiddetta “guerra dei sette mesi”. Nel 1935 questo velivolo veniva ancora ritenuto quanto
mai adatto per un impiego di tipo coloniale. (AUSSMA)
alle truppe in azione 64 tonnellate di viveri e munizioni.
Restavano ancora in armi nel Bale i 4.500 uomini del degiac Bejené Merid tagliati
fuori in quella impervia e isolata regione montuosa, tra l’Ogaden e il Sidama, dalla rapida
avanzata che nell’aprile del 1936 aveva portato le truppe italiane a occupare Dire Daua. Il
rastrellamento del Bale fu condotto nell’arco di un mese, tra febbraio e marzo, da reparti
libici ed eritrei appoggiati dalle squadriglie di stanza a Irgalem, Moggio, Arbà, Neghelli e
Imi. In quella zona di alta montagna l’azione dei velivoli fu ostacolata oltre che dalla natura
stessa del terreno anche dalle condizioni atmosferiche, caratterizzate dalla frequente pre-
senza di una fitta coltre di nubi, ma risultò comunque di importanza fondamentale per la
positiva conclusione del ciclo operativo. La mancanza di vie di comunicazione e la natura
selvaggia della regione richiesero l’utilizzo del mezzo aereo per rifornire le truppe di viveri e
munizioni, con il lancio di 27 tonnellate di rifornimenti in 77 sortite dedicate, mentre sulle
formazioni di armati di volta in volta individuate furono sganciate 38 tonnellate di bombe
in 172 sortite. E’ in questo quadro che si inseriscono le 17 bombe C500T utilizzate il 22
febbraio per sbarrare con l’iprite i guadi sullo Uebi Scebeli e i 30 ordigni C100P al fosgene
impiegati quello stesso giorno contro gruppi di armati in ritirata nella zona di Hambientù.

