Page 395 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Il contrIbuto della regIa aeronautIca 395
XLV gruppo, con 17 trimotori, furono concentrate a Javello portando il totale dei velivoli
a disposizione di Geloso a 41, tra i quali 31 Caproni. Durante la fase culminante delle
operazioni, tra il 12 e il 20 novembre, questi velivoli, ai quali nella giornata del 17 si ag-
giunsero 18 Ca.133 e 5 Ca.111 provenienti da Addis Abeba, martellarono le posizioni di
Gabré Mariam e le sue immediate retrovie sganciando quasi 35 tonnellate di bombe, per
la maggior parte spezzoni da 2 chilogrammi utilizzati a saturazione d’area sia dove da terra
erano segnalate concentrazioni di armati sia in funzione preventiva là dove la boscaglia
era più fitta. Contemporaneamente ricognitori e bombardieri protessero la marcia delle
colonne Navarrini e Tucci, che convergevano su Irgalem da sud-est, lungo la direttrice
Neghelli-Uadatà-Angheressalam, e da nord, muovendo da Addis Abeba attraverso la regio-
ne dei laghi, sorvegliarono il percorso della colonna di rifornimenti che con il suo vitale
carico di munizioni avanzava faticosamente da Javello sulla scia della divisione speciale, e
infine intervennero a favore delle numerose concessioni straniere della regione minacciate
da bande di insorti e di briganti.
Il 20 novembre, con l’arrivo delle colonne di rifornimenti, la crisi poté dirsi superata e il
27 novembre le truppe di Geloso ripresero l’avanzata su Irgalem, raggiunta il 1° dicembre.
Quella stessa mattina su un prato nelle vicinanze dell’abitato atterrava il primo Caproni e,
in funzione del prosieguo delle operazioni contro ras Destà nella regione dei grandi laghi,
in quella località fu rapidamente attrezzato un campo d’aviazione a carattere permanente
facendovi affluire il materiale necessario da Mogadiscio e da Neghelli con 300 autocarri e
da Addis Abeba con 223 autocarri.
Per chiudere una volta per tutte la partita con ras Destà, a Irgalem furono concentrate
nel gennaio del 1937 tre squadriglie del XLV gruppo con 18 Ca.133, due del XXV con
12 Ca.111 e tre del XXXI, con 12 Ca.111, 6 Ro.37bis e 2 Ro.1, per un totale di 42 veli-
voli da bombardamento e 8 da ricognizione, agli ordini del comandante dell’Aeronautica
dell’Africa Orientale Italiana, generale di squadra aerea Aurelio Liotta, arrivato in volo da
Addis Abeba all’inizio del mese . Questo secondo ciclo operativo, diretto da Graziani in
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persona, trasferitosi anch’egli a Irgalem, ebbe inizio il 7 gennaio e terminò il 24 febbraio
con la cattura del ras. Fino al 18 gennaio i bombardamenti aerei furono finalizzati a prepa-
rare il terreno per l’avanzata delle truppe regolari, oltre 6.000 uomini per la maggior parte
appartenenti ai reparti coloniali, e dei circa 3.000 ausiliari reclutati tra i galla e gli arussi,
nemici secolari degli amara. Gli attacchi furono quindi indirizzati sulle località dove erano
segnalati concentramenti di armati e depositi di viveri e munizioni, allo scopo di colpire
le fonti morali e materiali della capacità di combattimento dell’avversario e di indurre alla
sottomissione i capi e i gregari meno determinati. In 216 sortite vennero sganciate 58
tonnellate di bombe e sparati 22.000 proiettili di mitragliatrice, prima di passare al martel-
lamento delle posizioni organizzate a difesa sul costone di Chevennà, a est di Allata. Tra il
18 e il 20 gennaio quest’azione si concretizzò in 26 tonnellate di bombe e 29.000 proiettili
di mitragliatrice che favorirono la rapida progressione delle colonne Navarrini, Zambon e
935 Ferdinando pedriali, L’aeronautica italiana nelle guerre coloniali. Africa Orientale Italiana 1936-
1940. Dalla proclamazione dell’Impero alla Seconda Guerra Mondiale, op. cit., p. 48.

