Page 406 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
P. 406

406                   l’eserCito alla maCChia. Controguerriglia italiana 1860-1943

           La lotta antipartigiana nei Balcani (1941-1943)

              Nel maggio del 1941 la Jugoslavia, il cui territorio era stato occupato dalle forze dell’As-
           se nell’arco di tre settimane, fu smembrato dando vita al regno di Croazia e a un nuovo
           Stato serbo, mentre la Germania annetteva una parte della Slovenia, la Bulgaria una parte
           della Macedonia, l’Ungheria la Voivodina, l’Italia la provincia di Lubiana e la Dalmazia con
           le provincie di Zara, Spalato e Cattaro, mentre parte del Kosovo veniva unita all’Albania e
           il Montenegro diventava un governatorato sotto controllo italiano. Questa spartizione, che
           non teneva conto delle aspirazioni delle popolazioni e delle tensioni di natura politica, etni-
           ca e religiosa che già avevano incrinato la solidità del preesistente regno di Jugoslavia, deter-
           minò una situazione tendenzialmente esplosiva che sarebbe precipitata nel corso dell’estate,
           quando l’attacco all’Unione Sovietica fece scendere in campo la struttura clandestina del
           partito comunista con la sua capacità di mobilitazione.
              L’esercito jugoslavo si era dissolto ma molti sbandati avevano conservato armi e muni-
           zioni, costituendo un serbatoio di reclutamento ideale per le bande armate di varia matrice
           che subito si organizzarono a difesa di interessi spesso contrastanti, con il sostegno più
           o meno convinto delle popolazioni. Le formazioni partigiane comuniste combattevano
           non solo contro le forze dell’Asse, del governo fantoccio di Belgrado o di quello croato,
           espressione del movimento irredentista ustascia, ma anche contro quei gruppi che avevano



           AUSSMA. Trimotori Ca.133 della 61 squadriglia. L’11 maggio 1936 la squadriglia venne
                                       a
           trasferita da Macallé ad Addis Abeba, da dove avrebbe poi operato per assicurare i
           rifornimenti alla capitale ed allentare la morsa delle bande che premevano sulla città.
































                                                                           Capitolo quarto
   401   402   403   404   405   406   407   408   409   410   411