Page 411 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Il contrIbuto della regIa aeronautIca 411
centri abitati erano di nuovo sotto controllo italiano, mentre il fronte dell’insurrezione si
spaccava con l’acuirsi del contrasto tra cetnici e comunisti. Alle operazioni presero parte,
soprattutto con missioni di ricognizione e collegamento, i reparti da osservazione aerea di
stanza in Albania, ma la loro rapida conclusione non permise di approfondire quell’espe-
rienza e di trarne specifici insegnamenti. Nel complesso tra l’estate e l’autunno del 1941
l’impegno richiesto alla Regia Aeronautica in Croazia, in Erzegovina e in Montenegro non
fu di grande rilievo, tanto che in luglio, furono inviati sul fronte russo il 22° gruppo CT di
Tirana e il 61° gruppo OA di Mostar. Questo venne sostituito nell’ordine di battaglia della
2ª Armata dal 71° gruppo OA, dislocato però a Gorizia, e soltanto in agosto fu trasferita a
Mostar, da Padova, la 36ª squadriglia OA.
La difficile cooperazione italo-tedesca
Nel frattempo le formazioni comuniste agli ordini di Josip Broz, alias Tito, avevano
cominciato ad agire in territorio serbo, fino a suscitare la reazione delle forze d’occupazione
tedesche e dei reparti fedeli al governo collaborazionista del generale Milan Nedic. Su un
terreno a loro sfavorevole i partigiani si trovarono ben presto in difficoltà ed entro la fine
dell’anno dovettero cercare rifugio tra le montagne della Bosnia orientale dopo aver subito
pesanti perdite. Questa prima offensiva anti-partigiana non fu spinta fino in fondo e anche
per questo il problema tornò ben presto a riproporsi interessando nel corso dell’inverno del
1941 tutti i territori occupati. Per il comando tedesco la questione più urgente era rappre-
sentata dalle bande di Tito, e il 14 gennaio 1942 fu quindi lanciata una seconda offensiva
con il concorso di italiani e croati che, per quanto non risolutiva, avrebbe costretto Tito a
ripiegare verso il Montenegro, nella zona di Foca.
Durante la fase di preparazione, il 4 gennaio il comando germanico di Belgrado, non
disponendo di reparti della Luftwaffe, chiese la disponibilità di una decina di velivoli da
bombardamento della Regia Aeronautica . I bombardieri avrebbero dovuto essere trasfe-
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riti sull’aeroporto di Belgrado-Semlin, facendovi nel contempo affluire via terra personale
di supporto, munizionamento e lubrificanti, il che non era però possibile nel tempo a
disposizione. Il Comando Supremo propose quindi che i velivoli operassero dalla base di
Mostar, dove sarebbe stato possibile far arrivare tempestivamente il necessario, e che per co-
ordinarne l’intervento fosse inviato a Mostar un ufficiale tedesco di collegamento, mentre
un ufficiale italiano sarebbe stato mandato a Belgrado, entrambi equipaggiati con apparati
radio . Nonostante l’insistenza tedesca questa fu la linea d’azione adottata, ordinando al
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Comando Aeronautica Albania di trasferire a Mostar il 39° gruppo BT con 12 bimotori
BR.20, al Comando Superiore Aviazione R. Esercito di rinforzare con altri 3 Ca.311 la 36ª
948 Nucleo di Collegamento con Armata Tedesca - Belgrado, telegramma n. 90/OP. del 4 gennaio 1942,
AUSSMA.
949 Comando 2ª Armata, Ufficio Operazioni, telegramma n. 418 del 10 gennaio 1942; Comando 2ª
Armata, Genio, Servizio aerocooperazione con stazione r.t. A.350 installata a Belgrado, n. 2376 del 13
gennaio 1942, AUSSMA.

