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414 l’eserCito alla maCChia. Controguerriglia italiana 1860-1943
Il potenziamento dello strumento aereo
Il 24 gennaio, con una comunicazione a firma del capo di stato maggiore, generale di
squadra aerea Rino Corso Fougier, lo stato maggiore della Regia Aeronautica (Superaereo)
confermava al Comando Supremo che il potenziamento delle forze aeree da impiegare in
Croazia era in corso, richiamando brevemente i trasferimenti già disposti e in parte attuati
di reparti da bombardamento e da osservazione aerea sui campi di Mostar, Gorizia e Lubia-
na, e ribadendo che alle operazioni nella Croazia meridionale e centrale avrebbero potuto
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concorrere, su richiesta della 2ª Armata, i reparti di stanza in Albania . A condizionare
eventuali ulteriori iniziative era però il problema delle infrastrutture: se nel caso di Lubia-
na gli interventi necessari erano di entità limitata e avrebbero potuto essere rapidamente
eseguiti con la buona stagione permettendo il trasferimento del 63° gruppo OA, Karlovac
e Ogulin, contrariamente a quanto risultava ai servizi d’informazione, erano terreni agri-
coli più o meno idonei a essere trasformati in campi di aviazione, ma del tutto privi delle
attrezzature tecniche e logistiche necessarie. Lo stesso poteva dirsi di altri terreni indicati
come campi d’aviazione nelle monografie d’anteguerra, con la sola possibile eccezione di
quello di Grobnico, peraltro troppo piccolo e circondato da alture pericolosamente vicine.
Per il momento si poteva quindi contare soltanto sugli aeroporti di Lubiana e di Mostar, ai
quali in un prossimo futuro, quale punto d’appoggio per le operazioni nella parte centrale
del territorio croato, si sarebbe aggiunto quello di Zara-Nadin, dove era in costruzione una
seconda pista ortogonale a quella già esistente e sarebbe stato facile risolvere il problema
dei rifornimenti. Le tre basi di Lubiana, Zara e Mostar, facendo “sistema” fra loro, avreb-
bero permesso di far fronte alle possibili esigenze operative in Croazia, anche se rimaneva
l’obiettivo di realizzare uno o due campi di manovra, soprattutto a vantaggio dei reparti da
osservazione aerea, in località idonee per posizione, condizioni ambientali e collegamenti.
Da questo punto di vista le più indicate sembravano essere Karlovac, sulla linea ferroviaria
Fiume-Ogulin-Zagabria, e Sinj, collegata a Spalato da binari a scartamento ridotto.
Queste misure non furono giudicate sufficienti dal nuovo comandante della 2ª Armata,
generale Mario Roatta, che tramite il capo di stato maggiore dell’esercito chiese un ulterio-
re potenziamento dei mezzi aerei messi a sua disposizione per le operazioni di primavera,
segnalando in particolare la necessità di un’altra squadriglia da osservazione aerea, da schie-
rare a Gorizia o ad Altura di Pola, e di un maggior numero di bombardieri, quantificando
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in almeno 20 velivoli quelli da dislocare tra Gorizia e Ronchi dei Legionari . Ne conseguì
la decisione di lasciare il 39° gruppo BT a Mostar , di trasferire il 63° gruppo OA, con
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le squadriglie 41ª e 113ª, la prima con un Ro.37 e 8 Ca.311, la seconda con un Ro.37 e 9
Ca.311, da Udine ad Altura di Pola, con una sezione a Grobnico , e di spostare da Bresso
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958 Stato Maggiore Regia Aeronautica, Cooperazione aerea per le operazioni in Croazia, n. B/1703 del 24
gennaio 1942, AUSSMA.
959 Comando Superiore Aviazione per il Regio Esercito, Esigenze operative in Croazia, n. 4452 del 30
gennaio 1942, AUSSMA.
960 Stato Maggiore Regia Aeronautica, telegramma n. 1B/1420 del 1° febbraio 1942, AUSSMA.
961 Stato Maggiore Regia Aeronautica, telegramma n. 1B/1884 del 10 febbraio 1942, AUSSMA.
Capitolo quarto

