Page 412 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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412 l’eserCito alla maCChia. Controguerriglia italiana 1860-1943
squadriglia OA e alla 4ª Zona Aerea Territoriale di Bari di far aviotrasportare a Mostar 300
bombe da 50 kg e un certo quantitativo di cartucce da 12,7 mm per incrementare le dota-
zioni della base in vista delle prossime operazioni. Il potenziamento di Mostar rispondeva
anche alle esigenze della 2ª Armata, e allo stesso scopo miravano il previsto trasferimento
a Lubiana di un gruppo da osservazione aerea già precettato per l’Africa settentrionale, il
progetto di attrezzare i campi di Ogulin e Karlovac per accogliere altri reparti dell’Aviazio-
ne per il Regio Esercito , e il rischieramento da Bresso a Gorizia dei 9 BR.20 della 243ª
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squadriglia del 43° Stormo, con munizionamento di caduta da 12, 25 e 50 kg, attuato il 18
gennaio mettendo il reparto alle dipendenze della 2ª squadra aerea .
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L’offensiva tedesca ebbe inizio il 15 gennaio con l’avanzata di due divisioni tedesche,
342ª e 718ª , affiancate da reparti croati sull’enclave partigiana in Bosnia. Come previsto,
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sotto la pressione delle forze tedesche e croate le formazioni ribelli ripiegarono verso la linea
di demarcazione e il confine col Montenegro, e in questa prospettiva il comando della 2ª
Armata aveva ordinato ai corpi d’armata V e VI di impedirne l’attraversamento e al VI in
particolare di mantenere il possesso dei ponti sulla Drina, preparandosi ad agire offensi-
vamente su Foca e Goradze, mentre il XIV Corpo d’Armata, oltre a garantire l’integrità
del territorio montenegrino, doveva proteggere il fianco meridionale delle forze tedesche
appoggiandone con un battaglione alpino l’avanzata su Rogatica. Il V corpo aveva a dispo-
sizione la 113ª squadriglia OA di Campoformido (Udine), il VI la 36ª di Mostar, e sempre
a Mostar era atteso il 39° gruppo BT .
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A causa delle cattive condizioni atmosferiche i BR.20 arrivarono a Mostar soltanto il 20
gennaio trovandosi subito in difficoltà perché, nonostante fossero attesi, le aviorimesse
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utilizzabili erano ancora ingombre di materiale dell’esercito. I bimotori dovettero quindi
restare all’aperto fino al giorno 23, con temperature molto rigide che facevano rapprendere
l’olio dei motori a dispetto dell’impiego di coperture coibenti e di stufe catalitiche renden-
do difficile la messa in moto. Alle 16,20 del 21 l’ufficiale tedesco di collegamento trasmise
al comando del 39° gruppo la richiesta di bombardare, con tutti i velivoli disponibili, il
paese di Olovo, ma in considerazione dell’ora tarda, della distanza dall’obiettivo e del tem-
po necessario per la messa in moto l’intervento non fu ritenuto fattibile. L’indomani, alle
12,20, una seconda richiesta individuava come obiettivo da battere la località di Kovacici,
ma le operazioni di messa in moto furono tanto laboriose che alle 15,15 si alzò in volo un
950 Comando Supremo, 1° Reparto, Ufficio Operazioni, Cooperazione aerea per le operazioni in Croazia,
n. 50049/OP. dell’11 gennaio 1942, AUSSMA.
951 Stato Maggiore Regia Aeronautica, telegramma 1B/677 del 15 gennaio 1942 e 1ª Squadra Aerea, te-
legramma n. 5132 del 18 gennaio 1942, AUSSMA.
952 La 342ª divisione fanteria fu trasferita sul fronte orientale alla fine di gennaio, la 718ª era una divisio-
ne della serie “700”, da occupazione, costituita da riservisti e con organico ridotto.
953 Comando 2ª Armata, Ufficio Operazioni, Concorso alle operazioni tedesche in Bosnia, n. 860 del 17
gennaio 1942, AUSSME.
954 Aeronautica dell’Albania, telegramma n. 2/5157 del 21 gennaio 1942, AUSSMA. Da Tirana erano
decollati 14 velivoli, a causa del maltempo i 3 dell’ultima pattuglia rinunciarono e rientrarono al cam-
po, per poi raggiungere Mostar dopo qualche giorno.
Capitolo quarto

