Page 424 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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424 l’eserCito alla maCChia. Controguerriglia italiana 1860-1943
Il 9 maggio il Comando Aviazione Slovenia-Dalmazia entrava in funzione come tale,
mentre avveniva il previsto trasferimento di un’aliquota del 43° stormo BT e della 121ª
squadriglia OA a Zara, rispettivamente da Ronchi e da Mostar. Veniva invece annullato il
movimento delle due squadriglie di Ca.311, 127ª e 137ª, del 73° gruppo OA. L’attività
aerea si concretizzava nell’ormai consueto susseguirsi di azioni di bombardamento, mirate
soprattutto agli abitati dove erano segnalate forze ribelli, ricognizione e aerorifornimento,
spesso ostacolate dal maltempo. L’intervento di formazioni cetniche a fianco delle forze
italiane comportò la necessità di stabilire anche con queste procedure affidabili per i colle-
gamenti, con l’impiego di mezzi ottici come teli da segnalazione e fumate, e per i riforni-
menti al presidio isolato di Gacko furono sfruttate le capacità di atterraggio e decollo corto
del Ca.311 utilizzando un piccolo campo di fortuna. In questo modo, mentre all’andata
venivano trasportati viveri, munizioni e medicinali, al ritorno potevano essere evacuati i
feriti, e in 10 sortite tra il 15 e il 24 maggio ne furono trasportati 60. L’operazione Trio si
era intanto conclusa con l’occupazione di Foca, già sede del comando di Tito, da parte degli
alpini della divisione “Pusteria” e di reparti tedeschi che vi erano entrati il giorno 10 e con
l’espulsione delle formazioni comuniste dall’alta valle della Drina. Nonostante le perdite
subite, queste non erano state però annientate, disperdendosi tra la popolazione e trovando
scampo a est della Drina verso il Montenegro.
Il Comando Truppe Montenegro reagì però con prontezza e tra la fine di maggio e la
prima metà di luglio, con una vigorosa campagna di controguerriglia condotta dalle di-
visioni “Pusteria”, “Venezia”, “Ferrara” e “Alpi Graie”, i partigiani subirono un altro duro
colpo e furono sospinti di nuovo verso le impervie regioni della Bosnia, oltre i confini del
Montenegro dove, grazie anche all’accordo raggiunto con le formazioni cetniche locali,
la situazione sarebbe rimasta piuttosto tranquilla fino all’estate del 1943. Tra il 28 aprile
e il 22 maggio a supporto del Kampfgruppe Bader e del VI Corpo d’Armata, l’Aviazione
Slovenia-Dalmazia effettuò in totale 263 sortite delle quali 91 per bombardamento, spez-
zonamento e mitragliamento, 103 per ricognizione, 69 per aeroriforimento e trasporto, per
un totale di oltre 352 ore di volo .
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Il rapporto tra il numero delle ore di volo e il numero delle sortite è piuttosto basso, a
dimostrazione del fatto che buona parte degli obiettivi erano relativamente vicini a Mostar,
e in genere le ricognizioni si caratterizzavano come ricognizioni armate, per dare modo di
attaccare eventuali bersagli di opportunità. Nel complesso furono lanciate 39,7 tonnellate
di bombe e vennero lanciate o trasportate più di 51 tonnellate di viveri e materiali, un dato
che, insieme al numero delle sortite dedicate, conferma l’importanza di questa forma d’im-
piego del mezzo aereo. Oltre a Gacko, che assorbì 30 delle 69 missioni di rifornimento, ne
usufruirono in modo particolare i presidi di Stolac, con 18 e Kalinovic, con 12. La reazione
contraerea era stata spesso vivace e 37 velivoli rientrarono con i segni dei colpi incassati ma
i danni erano in genere di poco conto e facilmente riparabili. Dopo il 22 maggio, anche
se l’attività aerea continuava a essere intensa in appoggio ai reparti dei corpi d’armata VI
986 Comando Aviazione Slovenia-Dalmazia, Relazione attività aerea operazioni Bosnia, tel. n. 673 del 16
giugno 1942, AUSSME, Fondo M-3, busta 82.
Capitolo quarto

