Page 426 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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           la massima cura non solo nei collegamenti terra-bordo-terra, con l’impiego di soluzioni
           semplici e pratiche come le fumate, i teli da segnalazione, i messaggi lanciati in volo, ma
           anche nei collegamenti tra i comandi, ai quali provvedeva l’esercito per quanto riguardava
           le grandi unità mentre era l’aeronautica a fornire i mezzi per le comunicazioni via radio con
           il Comando Aviazione Slovenia-Dalmazia: “Non è sufficiente affidarsi ad un solo tipo di
           collegamento; i collegamenti devono essere multipli per non doversi mai trovare in crisi”.
           L’attività aerea svolta durante la giornata, infine, doveva essere comunicata al Comando
           Aviazione Slovenia-Dalmazia non oltre le 21, e così pure la situazione dell’efficienza dei ve-
           livoli. Nel contempo il Comando Superiore FF.AA. Slovenia-Dalmazia, nel ribadire il lega-
           me tra gli aeroraggruppamenti e i suoi quattro corpi d’armata, stabiliva che le informazioni
           sulla dislocazione delle truppe dovevano essere aggiornate quotidianamente e che in ogni
           caso, all’apparire di un velivolo, i reparti erano tenuti a esporre subito i segnali di riconosci-
           mento, utilizzando nel caso un codice identificativo generico: “Piccole colonne, sprovviste
           di ‘indicativi’, sorvolate da aerei, debbono esporre subito i teli individuali, nonché un se-
           gnale distintivo, unico per tutti i reparti, variabile da periodo a periodo, che risponda allo
           scopo di sventare eventuali esposizioni di teli individuali da parte di formazioni ribelli” .
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              Tanta preoccupazione per i collegamenti non era ingiustificata, al di là dell’importanza
           che questi ovviamente avevano per l’efficacia dello strumento aeroterrestre: all’inizio di
           maggio i due apparati radio disponibili sul campo di Mostar erano andati entrambi in ava-
           ria e avevano potuto essere rimessi in funzione solo il giorno 8. Nel frattempo si era perduto
           il contatto con i reparti operanti a nord e anche le comunicazioni con Zara, Ragusa, Sussak,
           Altura di Pola, Ronchi e Gorizia erano state quanto mai aleatorie, per l’inaffidabilità dei
           collegamenti a filo . In questo scenario Piccini, su indicazione di Superaereo, aveva prov-
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           veduto a prendere contatto personalmente con i comandanti di grande unità dell’esercito
           per chiarire le possibilità d’azione e le modalità d’intervento, aveva partecipato a Sarajevo
           a una riunione con i vertici militari italiani, tedeschi e croati, e aveva anche effettuato via
           terra una ricognizione nella zona di Rogatica, dove c’era la saldatura con le forze tedesche,
           e un’altra in volo sul resto della regione. Al termine del ciclo operativo il suo giudizio sul
           personale era senz’altro positivo, sia per le capacità tecniche sia per il morale. Più articolate
           le valutazioni sul materiale di volo: se il BR.20 aveva pienamente risposto alle attese, il
           Ca.311 per le sue caratteristiche costruttive aveva l’inconveniente di richiedere una conti-
           nua e gravosa attività di manutenzione, e problemi strutturali avevano evidenziato gli S.81,
           con casi di distacco della tela del rivestimento alare. I Ro.37 infine potevano fornire un
           ottimo rendimento nella ricognizione e nelle missioni di attacco al suolo contro bersagli
           mobili, ma le tre macchine disponibili a Mostar erano ormai talmente logore da essere
           inutilizzabili in azioni di guerra.


           988 Comando Superiore FF.AA. Slovenia-Dalmazia, Ufficio Operazioni, aviazione, tel. n. 12238 del 7
              giugno 1942, AUSSME, Fondo M-3, busta 326.
           989 Comando 2ª Squadra Aerea, 1° Reparto, Ufficio Operazioni,  Trasmissione  promemoria, tel. n.
              1R/1492 dell’11 giugno 1942, AUSSMA. Con questa lettera il generale Porro trasmetteva allo Stato
              Maggiore della Regia Aeronautica un promemoria presentatogli da Piccini a conclusione dell’Opera-
              zione “Trio”.

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