Page 430 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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430 l’eserCito alla maCChia. Controguerriglia italiana 1860-1943
partigiane operanti in Slovenia. I reparti aerei di Zara furono chiamati a dare sicurezza ai
presidi di Bos Grahovo e Signo, a facilitare il ripiegamento del presidio di Passo Vaganj,
rimasto a lungo isolato, e la liberazione del presidio croato di Udbina, ad appoggiare i ra-
strellamenti effettuati dai reparti del XVIII Corpo d’Armata e del Comando Truppe Zara
sia nell’entroterra sia sulle isole dalmate, a intervenire offensivamente nelle zone di Livno
e Tomislavgrad minacciate dai partigiani. Per quanto riguarda l’aeroraggruppamento di
Mostar, i suoi velivoli presero parte al ciclo operativo Albia, condotto congiuntamente dal
VI e dal XVIII Corpo d’Armata tra il 15 agosto e il 2 settembre nel quadrilatero costiero
Ploca-Vrgorac-Zagvozd-Baska Voda, e appoggiarono l’azione del VI Corpo d’Armata nella
conca di Gacko e intorno a Nevesinje. Non vi furono perdite tra il personale e nessun veli-
volo andò perduto, anche se 21, tutti riparati in squadriglia, vennero colpiti dalla reazione
contraerea.
L’analisi dell’attività svolta confermò le difficoltà della ricognizione aerea in regioni
dall’orografia tormentata e dalla fitta vegetazione nei confronti di un avversario altamente
mobile ed elusivo, e ribadì che, nonostante la scarsa efficacia del munizionamento di ca-
duta, l’impiego offensivo dei Ca.311 e dei BR.20 dava buoni risultati, grazie alla sempre
maggiore esperienza maturata dagli equipaggi e anche all’utilizzo di tattiche innovative che
vedevano i bimotori FIAT sganciare le loro bombe in picchiata, con un rateo di discesa
compreso tra i 10 e i 20 m/s. Il raggruppamento di Zara aveva poi effettuato alcune azioni
finalizzate alla distruzione dei raccolti nelle zone controllate dai ribelli tra Grahovo e Srb
utilizzando spezzoni incendiari da 2 chilogrammi con esiti che, per quanto la mietitura fos-
se ormai in fase avanzata, erano stati giudicati soddisfacenti. La buona stagione consentiva
di rifornire i presidi via terra e l’attività di aerorifornimento era stata quindi limitata, ma
al Comando Aviazione Slovenia-Dalmazia non ci si faceva illusioni ben sapendo che con
l’inverno il problema si sarebbe riproposto. Nonostante il succedersi dei cicli operativi e il
loro apparente successo le formazioni partigiane, pur duramente colpite, riuscivano ogni
volta a sfuggire all’annientamento per riorganizzarsi e tornare ben presto a farsi minacciose,
spesso in una zona apparentemente sotto controllo.
In settembre l’iniziativa rimase alle forze dell’Asse impegnate a completare le opera-
zioni di rastrellamento iniziate in agosto e ad avviarne di nuove. In Slovenia i velivoli
dell’aeroraggruppamento di Sussak cooperarono con i reparti dell’XI Corpo d’Armata per
agganciare e distruggere le forze partigiane segnalate nella zona compresa tra l’alto corso
del fiume Krca e la linea di demarcazione italo-tedesca, appoggiando poi il rastrellamento
del territorio a ovest e a sud di Lubiana e dell’impervia regione del Kocevski Rog, in una
serie di azioni che annullarono sia pure solo temporaneamente la capacità operativa degli
insorti. Gli stessi velivoli intervennero in più occasioni nel territorio del V Corpo d’Armata
dove però agirono soprattutto i reparti dell’aeroraggruppamento di Zara, prima durante il
ciclo operativo che interessò il quadrilatero Segna-Ogulin-Brod Moravice-Porto Re, pro-
traendosi nel mese di ottobre, poi nel corso delle operazioni che permisero di rompere il
cerchio intorno al presidio croato di Udbina. Nel territorio del XVIII i BR.20 e i Ca.311
di Zara furono chiamati ad alleggerire la pressione sul presidio di Bos Grahovo e a colpire
alcune località occupate dall’avversario nella vallata del Signo, affiancati in questo settore
Capitolo quarto

