Page 436 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
P. 436
436 l’eserCito alla maCChia. Controguerriglia italiana 1860-1943
parti impegnati in isolate azioni di rastrellamento, di sgombero e protezione di presidi, di
rappresaglia, di scorta autocolonne e di aerorifornimento. Il più impegnato dei tre aerorag-
gruppamenti fu quello di Zara, che in novembre, nel settore del XVIII Corpo d’Armata,
intervenne ripetutamente con i suoi BR.20 e Ca.311 prima per rifornire di medicinali il
presidio di Bos Grahovo, poi per alleggerire la pressione dei partigiani attaccandone le zone
di raccolta e i centri di rifornimento, infine per proteggerne l’evacuazione con una costante
azione di sorveglianza sull’itinerario che le truppe avrebbero dovuto percorrere e con rico-
gnizioni offensive sulla zona a oriente della rotabile Knin-Strmica, dove le bande si erano
raccolte dopo aver lasciato l’assedio. Altre ricognizioni armate furono eseguite a supporto
della divisione “Zara” nella regione costiera , mentre bombardamenti di disturbo e di
993
rappresaglia interessarono Bihac e le sue adiacenze, quando la località cadde nelle mani dei
partigiani. In dicembre le stesse squadriglie operarono in modo analogo per permettere il
ripiegamento del presidio di Udbina e sostennero poi la resistenza di altri avamposti isolati,
come Lovinac, Raduc e Medac nel settore del V Corpo d’Armata. L’attività aerea fu molto
ostacolata dalle nubi basse, dai forti piovaschi e dal sempre presente pericolo rappresentato
dal formarsi di ghiaccio sulle ali, cosa che mise in grave difficoltà più di un equipaggio,
ma i risultati ottenuti furono soddisfacenti perché nonostante tutto riuscì a evitare che si
concretizzassero attacchi in massa contro presidi e colonne. Del resto da più fonti si aveva
conferma dell’efficacia degli attacchi aerei e dell’importanza dei loro effetti morali più an-
cora che materiali, nonostante una significativa percentuale delle bombe non esplodesse.
Così riferì in proposito il sottotenente Alfonso Allevi, della divisione “Re”, prigioniero dei
partigiani dal luglio al dicembre del 1942: “I bombardamenti aerei scuotono enormemente
il morale dei partigiani e più che altro incute loro una paura fortissima il mitragliamento
aereo; ho dovuto però constatare che circa il 30% delle bombe italiane e croate non esplo-
dono sia per difettosa costruzione della bomba o per altre oscure cause. Lo spezzonamento
e il bombardamento eseguito con bombe di piccolo calibro riesce più efficace e di più
sicuro effetto. Ai prigionieri italiani era riservato il pericoloso incarico del recupero delle
bombe inesplose” .
994
Sul finire dell’anno anche l’aeroraggruppamento di Mostar fu ripetutamente in azione
per garantire la sicurezza degli itinerari stradali nella zona di Nevesinje, nell’area di re-
sponsabilità del VI Corpo d’Armata, e su richiesta della divisione “Murge” per neutraliz-
zare la minaccia contro il presidio di Prozor, più volte attaccato tra novembre e dicembre
soprattutto dopo la caduta di Livno e Tomislavgrad, di nuovo perdute dalle forze croate.
La difficile situazione in cui queste si erano venute a trovare, e la concreta possibilità che
i partigiani proseguissero l’avanzata puntando su Posusje e sulla zona mineraria di Siroki
Brijeg, indussero in dicembre il comando della “Murge” ad affidare all’aeronautica il com-
pito di scoprire i movimenti dell’avversario, ostacolarne la progressione, sostenere l’azione
993 La divisione Zara era stata costituita nell’agosto del 1942 per trasformazione del Comando Truppe
Zara.
994 Comando Superiore FF.AA. Slovenia-Dalmazia, Ufficio Informazioni, Notizie sugli effetti di azioni
aeree contro i partigiani, tel. n. I/25065/S del 31 dicembre 1943, AUSSMA.
Capitolo quarto

