Page 438 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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438 l’eserCito alla maCChia. Controguerriglia italiana 1860-1943
L’operazione “Weiss”
Nel gennaio del 1943, con il rigido inverno balcanico che continuava a dettare la sua
legge, le operazioni aeree ebbero lo stesso andamento dei mesi precedenti con interventi a
favore di reparti del Regio Esercito impegnati in azioni di rastrellamento locali e di presidi
isolati e sotto attacco, ma sempre più frequenti erano le missioni di bombardamento contro
le basi logistiche costituite dai partigiani lungo la costa dalmata e le loro zone di raccolta
nell’interno, a dimostrazione del fatto che la guerriglia, nonostante i colpi subiti, era in
grado di riorganizzarsi rapidamente, consolidando anzi la sua struttura. In questo scenario
non sorprende che a caratterizzare i primi mesi del 1943 sia la decisione del comando su-
premo tedesco di sferrare una grande offensiva per eliminare le formazioni di Tito presenti
nell’area a ovest e nordovest di Sarajevo compresa tra la ferrovia Karlovac-Ogulin-Knin e la
strada Bos Novi-Sanski Most-Ključ. Il piano concepito dal colonnello generale Alexander
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Löhr , che il 1° gennaio aveva assunto il comando del gruppo d’armate E e la responsa-
bilità del Comando Superiore del Sudest (Oberfehlshaber Süd-Ost, OBSO), prevedeva
che forze tedesche e croate agli ordini del comandante delle truppe tedesche in Croazia,
generale Rudolf Lueters, muovessero da nord lungo la direttrice Karlovac-Slunj-Bihac-Bos
Grahovo mentre da ovest e da est italiani e croati avrebbero progressivamente ridotto lo
spazio di manovra dei partigiani costringendoli in un’area sempre più ristretta. Annientate
così le formazioni comuniste, si sarebbe dovuto procedere al disarmo e all’internamento
delle bande cetniche, una conclusione fortemente voluta da tedeschi e croati ma avversata
dal comando italiano, e soprattutto dal generale Roatta che nei cetnici vedeva dei preziosi
alleati. Le pressioni di Roma non gli fecero cambiare idea e comunque gli avvenimenti
successivi non avrebbero permesso di attuare queste misure.
La prima fase dell’operazione Weiss, nome in codice della campagna invernale voluta da
Löhr, si sviluppò tra il 15 gennaio e il 20 febbraio interessando da parte italiana soprattutto
le divisioni del V Corpo d’Armata “Lombardia”, che da Plaski avanzò su Slunj, e “Re”, che
da Vrhovine e Lovinac puntò su Bihac e Korenica, e la divisione “Sassari”, all’epoca inqua-
drata nel XVIII Corpo d’Armata, che si mosse su due direttrici, da Bruvno su Bihac e da
Srb su Bosanski Petrovac . A sostegno di queste grandi unità operarono gli aeroraggruppa-
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996 Alexander Löhr (1885-1947), già ufficiale di carriera dell’esercito austro-ungarico, nel dopoguerra
era rimasto in servizio e tra il 1934 e il 1938 era stato a capo della piccola forza aerea austriaca. Dopo
l’Anschluss era entrato nei ranghi della Luftwaffe e con il grado di tenente generale aveva comandato
la 4ª Luftflotte nelle campagne di Polonia e di Jugoslovia e nella prima fase dell’operazione Barbaros-
sa. Promosso colonnello generale nel maggio del 1942, ebbe il comando della 12ª Armata che tenne
dal luglio al dicembre dello stesso anno, per poi assumere il 1° gennaio 1943 il comando del Grup-
po Armate E, che tenne fino alla fine dell’anno, e la responsabilità del Comando Superiore Sud-Est,
che tenne fino al termine del conflitto. Il 9 maggio 1945 si consegnò ai partigiani titini in Slovenia,
per poi essere fucilato a Belgrado nel 1947 in quanto riconosciuto colpevole di crimini di guerra, con
specifico riferimento al bombardamento indiscriminato con ordigni incendiari della capitale serba
nell’aprile del 1941.
997 Da parte tedesca presero parte all’operazione Weiss la 7ª divisione da montagna SS Prinz Eugen, le di-
visioni di fanteria 369ª e 717ª, il 187° Reggimento Fanteria e reparti minori, da parte croata due bri-
Capitolo quarto

