Page 476 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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           Bracci, “caduto eroicamente a Pontelandolfo” nell’agosto 1861 fu ricordato dal Massa che
           però non citò l’immediata e altrettanto sanguinosa rappresaglia scatenata poco dopo, dal
           generale Cialdini .
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              Menzionò altri episodi come quello in cui cadde il tenente Bollani il 2 giugno 1864,
           con altri 12 soldati, del 2° Reggimento fanteria, di scorta alla corriera da Atella a S. Fele,
           o quello in cui il sergente Colelli , l’11 novembre 1861, al comando di un piccolo posto
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           di avvistamento presso il ponte di Isolella, sul Garigliano, riuscì a tener testa per più di un
           ora alla forte banda di Chiavone, riuscendo ad aprirsi la strada con un disperato assalto
           alla baionetta. Ricordò anche lo scontro del 9 ottobre 1861 sostenuto dalla prima sezione
           della 3° squadrone del reggimento lancieri di Milano nella zona di Centocelle (Foggia) in
           cui cadde il sottotenente Baroni, la morte del capitano Oddone, del cappellano militare
           Gaspardone e del tenente medico Cardona dello stesso reparto, assaliti quando erano in
           servizio isolato (erano in viaggio in carrozza), l’episodio in cui nel 1866 fu decimato un
           plotone del 39° reggimento fanteria a Casalcassinese (Caserta) e tanti altri episodi, in cui
           sempre il sacrificio delle nostre truppe contrastava con la crudeltà dei briganti. I bersaglieri,
           i carabinieri e la Guardia nazionale svolsero un ruolo importantissimo nella lotta contro
           il brigantaggio. La Guardia Nazionale, ad esempio, fu decisamente rivalutato dal capitano
           Massa che, criticando il giudizio negativo del tenente Carlo Bianco di Saint Jorioz , accen-
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           nò ai numerosi scontri che videro quella milizia civica protagonista della lotta al brigantag-
           gio. Nei maggiori centri cittadini, furono, infatti, costituite delle “vere e proprie compagnie
           che fecero prodigi di valore”  in parecchie circostanze. Massa, nel suo articolo, affermava
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           che complessivamente, durante le operazioni di repressione del brigantaggio, caddero 30
           ufficiali e 500 militari di truppa , senza però citare la fonte di tale affermazione e chiudeva,
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           con un pizzico di retorica, il suo lavoro, proponendo, nel cinquantenario dell’unità d’Italia,
           la costruzione di un monumento ai caduti per la repressione del brigantaggio in una tra le
           più importanti città dell’Italia meridionale con l’iscrizione “ai caduti nella repressione del


              dimenticate: ai gloriosi caduti per la repressione del brigantaggio in Italia, op. cit., p. 1460-1461) trova
              riscontro nelle fonti documentarie conservate nell’Ufficio storico (auSSMe, Fondo G-11 Brigantaggio,
              busta 26, fascicoli 9 e 10) in cui però non c’è traccia del suicidio del capitano Rota, la cui azione fu
              velatamente criticata per la sua avventatezza, dai suoi stessi superiori in quanto “ascoltò solo il suo co-
              raggio” (dispaccio 1970, in data 7 novembre 1861, in Fondo G-11, Brigantaggio, busta 26, fascicolo
              9, c.9-38). Nel fascicolo 10 è conservato il rapporto del comandante di Battaglione maggiore Dal-
              mazzo, con l’elenco dei caduti, feriti e dispersi, alcuni dei quali rientrati al reparto dopo essere fuggiti
              dalla prigionia (Fondo G-11 Brigantaggio, busta 26, fascicolo 10 cc.6/3-6/6).
           24  G. di Fiore, 1861 Pontelandolfo e Casalduni: un massacro dimenticato, Napoli, Grimaldi & C., 1998
           25  Per questo fatto d’arme il sergente Colelli fu decorato di medaglia d’oro.
           26  A. Bianco di Saint Jorioz, Il brigantaggio alla frontiera pontificia dal 1860 al 1863, G. Daelli e C.,
              Milano 1864.
           27  Capitano e. MaSSa, Vittime dimenticate: ai gloriosi caduti per la repressione del brigantaggio in Italia,
              op. cit., p. 1721.
           28  Ibid., p. 1711, “nel lungo periodo di repressione al brigantaggio nell’Italia meridionale, lasciarono la
              vita, combattendo con indomito coraggio, normalmente pochi contro molti e in disagiose condizioni
              di terreno, ben 30 ufficiali e 500 militari di truppa”.
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