Page 478 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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           popolazioni delle provincie meridionali. Mariotti accennava poi ai provvedimenti organici
           presi dal Ministero della Guerra nel 1862, determinando di inviare nel meridione, per la
           repressione del brigantaggio, i quarti battaglioni, costituiti con compagnie di 110 uomini
           ciascuna, scelti fra i più robusti dell’intero reggimento in considerazione che di fronte alla
           guerriglia “piccole unità tattiche sarebbero state più opportune ed efficaci”. Quelle dispo-
           sizioni contrastavano con la sostanziale impreparazione dei vertici militari nell’affrontare il
           nuovo tipo di guerra che lo stesso Mariotti sottolineava con grande sincerità. Gli ufficiali
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           vennero inviati nelle provincie meridionali senza nessuna preparazione di ciò che dovevano
           affrontare, forniti solo ”delle cognizioni geografiche generali, che recavano dalla scuola”, le
           dotazioni cartografiche erano assolutamente mancanti, cosa ancora più strana, in quanto
           esisteva una ottima carta del reame di Napoli del 1808 che però il Ministero della Guerra
           non fu in grado di fornire, le direttive sanitarie mancavano completamente nonostante le
           truppe fossero inviate in zone infestate dalla malaria, l’equipaggiamento di guerra “cap-
           potto e pantaloni di panno, chepì con la fodera di tela cerata nera, carico dai 28 ai 30
           chilogrammi pel soldato..” era troppo ingombrante e pesante . L’impreparazione di allora
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           contrastava con “la splendida preparazione della nostra impresa libica!” che cinquanta anni
           dopo Mariotti poteva ammirare non più come protagonista, ma da presunto esperto di
           affari militari. Ritornando all’epoca del brigantaggio, le uniche informazioni disponibili
           per gli ufficiali appena giunti nel Sud erano quelle scambiate con i colleghi già sul posto
           che, nel caso del sottotenente Mariotti, ebbe dai suoi colleghi del 49° Reggimento fanteria,
           permettendogli di farsi una prima impressione del fenomeno. L’immagine della Capitanata
           che ci trasmise l’ex garibaldino era quella di una regione ancora selvaggia, caratterizzata da
           “monti, da pianure aperte, da boschi estesissimi”, con rare vie di comunicazione, a parte le
           poche carreggiabili e i tratturi, priva di linee ferroviarie, tanto che molti trasporti si effettua-
           vano via mare. A differenza dell’Italia centro-settentrionale, non esisteva “una popolazione
           rurale stabile” ma una popolazione seminomade di pastori e relativo bestiame. Ciò che col-
           pi di più il giovane sottotenente di allora del 55° Reggimento fanteria fu la “la separazione
           enorme che regna fra le due classi esistenti della popolazione, quella dei proprietari, dei
           padroni, dei signori e quella dei lavoratori, dei quali i cafoni costituivano la più numerosa e
           più bassa espressione etnica, psicologica morale. Sembravano due razze differenti, la secon-


              no di corruttela politico-sociale, di conflagrazione selvaggia, sconosciuto, inaspettato per le truppe,
              difficilissimo quindi ad essere padroneggiato e domato. Ad ogni modo, cominciò allora quella lotta
              terribile che, nonostante leggi eccezionali, energiche, severissime, nonostante il governo fosse messo
              in mano ai militari, si prolungò per quasi un quinquennio, con incredibile audacia dei briganti, con
              abnegazione e sacrifici inauditi dell’esercito, il quale largamente bagnò del suo sangue quelle terre e vi
              lasciò a brandelli le sue membra mutilate e seviziate: per le misere popolazioni fu un quinquennio di
              uragani spaventosamente devastatori”.
           33  Nell’articolo forniva il quadro comando completo degli ufficiali del IV Battaglione del 55° Reggi-
              mento fanteria, con i nominativi, le provenienze e le precedenti esperienze militari negli eserciti degli
              stati preunitari avute dai singoli ufficiali.
           34  Ibid., pp. 121-122. Mariotti descrisse la disastrosa marcia da Manfredonia a Foggia che il 13 giugno
              affrontò il suo battaglione appena sbarcato. A causa del clima torrido ci furono 3 morti e molti am-
              malati.
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