Page 483 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Appendice 1. LA storiogrAfiA miLitAre suL grAnde brigAntAggio post-unitArio 483
1862 le forze militari stanziate sul territorio furono poche, crebbero in modo esponenziale
fino al 1866 per poi lentamente diminuire fino al 1870, parallelamente si sviluppò l’orga-
nizzazione territoriale in Zone e sottozone “istituite dapprima con intendimenti militari
e politici, poi con criteri esclusivamente militari e da ultimo stabilite soltanto per unità
di comando o sedi amministrative” . I corpi che diedero maggiori contingenti furono i
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carabinieri reali, poi gli otto reggimenti granatieri, moltissimi dei primi 62 reggimenti di
fanteria linea e i battaglioni bersaglieri. Nel 1861 furono impiegati i primi 4 reggimenti
granatieri, 30 reggimenti di fanteria di linea, 19 battaglioni bersaglieri e 4 reggimenti di
cavalleria. Quelle forze vennero notevolmente aumentate nel 1862, i reggimenti granatieri
furono portati a 6, quelli di fanteria a 52, e quelli di cavalleria a 5 ai quali furono aggiunti
reparti appiedati del 3° e del 8° reggimento artiglieria. I carabinieri che nel 1861 erano
in numero di 4.390 nel 1862 furono aumentati a 4.773 e, con quelli stanziati in Sicilia,
costituivano un terzo della forza totale, cosi come avvenne per la fanteria, con 120.000
soldati stanziati nell’Italia meridionale e in Sicilia, “cioè in quantità di poco meno inferio-
re, alla metà dell’intera forza sotto le armi” . La situazione rimase invariata nel 1863 che
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però, ricordava il Cesari, vide l’impiego della cavalleria (reggimenti Aosta, Montebello,
Lucca, Monferrato, Lodi, Saluzzo) “nonostante la natura dei terreni montuosi e fittamente
coperti” impiegata per battere le bande a cavallo guidate da Crocco e accoliti che imper-
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versavano dalla Basilicata alle Puglie, fino al Beneventano e l’Avellinese. L’artiglieria fornì 1
batteria da montagna del 3° Reggimento e il genio 1 compagnia del 2°.
Nel 1864 l’apparato di forze fu ridotto, probabilmente non tanto perché il Brigantaggio
fosse stato veramente sconfitto ma per ragioni di “economia e per desiderio di dimostrare
vinta, in parte la resistenza della reazione”. I reggimenti di fanteria furono ridotti a 34,
rappresentati dai soli quarti battaglioni, i bersaglieri a 13 battaglioni, rimasero invece gli
otto reggimenti granatieri e gli otto di cavalleria mentre fu tolta la batteria di montagna e
la compagnia genio, sostituiti da reparti appiedati del 3° e 8 ° Reggimento artiglieria. Nel
1865 le operazioni contro il brigantaggio “assunsero l’aspetto di operazioni di polizia” ,
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condotte lungo la frontiera pontificia e nelle zone ancora infestate dai briganti, le for-
ze quindi si ridussero progressivamente fino al 1870, quando l’emergenza fu considerata
definitivamente cessata. I reggimenti di cavalleria furono ridotti a 5 nel 1865, ritirati nel
1866, furono portati a 2 dal 1867-1870. I reparti di artiglieria e genio nel 1866 furono
tutti definitivamente ritirati. Il numero dei battaglioni bersaglieri rimase, invece, invariato
(13 battaglioni) per il 1865 e, addirittura, fu leggermente incrementato dal 1867 al 1870,
raggiungendo il numero di 14. Anche i reggimenti di fanteria furono notevolmente ridotti,
dal 1866 al 1870, presero parte alle operazioni di repressione contro il brigantaggio solo 5
di quelli di nuova formazione (71°, 72°, 77°, 78°, 79°) e 12 di quelli di vecchia formazione.
In conclusione il lavoro del Cesari che all’apparenza poteva sembrare, per sua stessa ammis-
51 c. ceSari, L’Esercito italiano nella repressione del Brigantaggio, op. cit., p. 313.
52 Ibid., p. 317.
53 Ibid., p. 319.
54 Ibid., p. 322.