Page 492 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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492 L’esercito aLLa macchia. controguerrigLia itaLiana 1860-1943
nografia sulla legione ungherese in Italia, dedicando alcuni paragrafi alle operazioni svolte
contro i briganti . Vigevano, come il Cesari e tutti gli altri scrittori militari, considerava
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il brigantaggio un fenomeno di “reazione preparata ed alimentata dal partito borbonico
contro il governo e l’esercito Italiano”, che “tenne parecchie provincie dell’Italia meridio-
nale in istato di guerriglia continua” . Le bande, forti anche di “2000 uomini a piedi e di
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200-300 a cavallo”, arrivarono ad impegnare “interi battaglioni di truppe regolari, muniti
di artiglieria, obbligandoli alla ritirata”. Di fronte a quella gravissima situazione il governo
italiano “oppose misure militari eccezionali, tanto più doverosa in quanto indispensabili
a mantenere quell’unità d’Italia cosi faticosamente conquistata”. La legione ungherese fu
impiegata contro i briganti in due periodi, il primo, dall’aprile 1861 all’agosto 1862, nella
provincia di Avellino, Salerno e Potenza, il secondo, dall’ottobre 1865 al giugno 1866, fu
impegnata in Abruzzo nella provincia di Chieti . Secondo Vigevano, la legione ungherese
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diede dei buoni risultati nelle operazioni contro i briganti, in particolare nel primo periodo
quando, impiegata in grosse formazioni, si distinse in alcuni combattimenti come quello
di Montefalcione (10 luglio 1861). Era proprio la formazione della legione ungherese ,
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equivalente ad una brigata interarma, formata dal battaglione di fanteria di linea Honwed
(16 ufficiali e 121 uomini di truppa), dal battaglione cacciatori (2 ufficiali e 105 uomini
di truppa), dal 1° Reggimento ussari (146 cavalieri), da 1 batteria da montagna (7 pezzi),
che la rendeva una formidabile colonna mobile, adatta alle operazione di controguerri-
glia. Nell’ambito, poi della Legione, i cacciatori, ottimi tiratori, che attaccavano in ordine
sparso e gli ussari, cavalleria leggera, efficace sia come arma d’urto che nell’esplorazione, si
dimostrarono particolarmente adatti alla lotta contro le bande. I primi, infatti, si distinsero
nei rastrellamenti di Praiano (30 giugno 1862) e nel combattimento di Amalfi (22 luglio
1862), mentre gli ussari nello scontro a cavallo di Montemilone (Venosa), dove 16 giugno
1862, il I squadrone si scontrò, riportando solo 2 feriti, con una banda di 28 briganti a
cavallo, uccidendone 19 e ferendone altri due .
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Nel 1938 il generale Tito Battaglini pubblicava, in due volumi, Il Crollo militare del
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fie e un articolo per l’Ufficio storico: La campagna delle Marche e dell’Umbria, la Legione ungherese in
italia, I cacciatori delle Marche e di altre pubblicazioni, tra le quali, ricordiamo la monografia: La fine
dell’Esercito pontificio.
105 A. viGevano, La legione ungherese in Italia (1859-1867), Roma, Ministero della guerra-Stato Maggio-
re Centrale-Ufficio Storico, 1924.
106 Ibid., p. 106.
107 Riguardano le operazioni contro il brigantaggio, il capito IV, § 15. Ungheresi e briganti pp. 106-114
e cap. VII, § 27. La legione contro il brigantaggio, pp. 184-189.
108 Ibid., pp. 102-105.
109 Ibid., pp. 111-114.
110 Nato il 22 marzo 1879, fu nominato sottotenente di fanteria nel 39° Reggimento fanteria nel 1904.
Partecipò alla grande guerra nel 1915-1917, con il grado di capitano, poi di maggiore e fu decorato di
medaglia d’argento e croce di guerra sul Carso e di medaglia di bronzo sull’altopiano d’Asiago. Dopo
la guerra, come lui stesso ammise nella prefazione della sua opera, prestò servizio nell’Ufficio Storico
dello Stato Maggiore dell’Esercito. nel 1923, con il grado di tenente colonnello andò in aspettativa
per riduzione quadri. Raggiunse il grado di generale di brigata della riserva nel 1937.