Page 506 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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506 L’esercito aLLa macchia. controguerrigLia itaLiana 1860-1943
ne del comando era la mancanza di un efficace servizio informazioni, devoluto ai militari
dell’Arma dei Carabinieri reali, che “oltre allo scarso numero erano per la maggior parte di
provenienza settentrionale e perciò poco inseriti nell’ambiente locale” . Di fronte a questa
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situazione i generali che si avvicendarono al vertice del comando del VI Gran comando di
dipartimento , da cui dipendevano tutte le truppe stanziate nel Sud dell’Italia, dovettero
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“modificare progressivamente dispositivi e procedimenti per adeguare lo strumento al par-
ticolare ambiente di lotta” . Il generale Enrico Della Rocca che fu il primo al vertice del
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comando delle truppe italiane nel sud (novembre 1860-aprile1861) dovette fronteggiare il
momento iniziale in cui le rivolte antiunitarie si saldavano a un’estesa guerriglia e utilizzò le
truppe secondo “il criterio del massimo accentramento delle forze e dell’intervento a massa”
attaccando sistematicamente le zone occupate dagli insorti “con dispositivi a livello di reg-
gimento o raggruppamento di armi e specialità diverse per operazioni di rastrellamento” .
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Erano le così dette Colonne mobili, veri e propri raggruppamenti tattici, costituiti da un
nucleo principale di fanteria (dal livello di brigata a quello di compagnia) con l’aggiunta
eventuale di reparti bersaglieri (dal livello di battaglione a quello di plotone), aliquote di
cavalleria (a livello di uno o più squadroni), artiglieri (1 o più batterie), eventualmente
del genio (massimo 1 compagnia). Il generale Giovanni Durando (maggio - luglio 1861),
di fronte alla diffusione del brigantaggio e all’estensione della rivolta contadina, ombra
minacciosa di un nuovo 1799, assunse un atteggiamento difensivo, anche per la limitata
182 L. tuccari, Memorie sui principali aspetti tecnico-operativi della lotta al brigantaggio op. cit. p. 212.
183 Il 1° gennaio 1861 il Quartier generale principale dell’Armata d’occupazione sarda nelle Italia me-
ridionale (IV e V Corpo d’Armata) fu sciolto, mentre continuarono a operare, quasi al completo, le
unità dei due corpi d’armata con il compito di concludere la campagna nell’Italia meridionale e re-
prime le prime manifestazioni del brigantaggio, che furono poste sotto il Comando militare delle
provincie napoletane (V Corpo d’Armata). Con r.d. 4 aprile 1861 (cfr. Giornale militare 1861, “re-
lazione e r. decreto per l’istituzione di comandi militari nelle provincie napoletane e siciliane, nelle
Marche e nell’Umbria”, pp. 199- 204) fu costituito il VI Gran Comando militare, con sede a Napoli,
dal quale dipendevano 5 comandi generali di divisione militare territoriale (Napoli, Chieti, Bari, Sa-
lerno, Catanzaro), 16 comandi militari di provincia (Napoli, Caserta, Benevento, Avellino, Campo-
basso, Chieti, Teramo, L’Aquila, Bari, Foggia, Lecce, Salerno, Potenza, Catanzaro, Reggio, Cosenza),
38 comandi militari di distretto (Casoria, Castellammare, Pozzuoli, Nola, Gaeta, Sora, Piedimonte,
Ariano, Sant’Angelo ai Lombardi, Sulmona, Avezzano, Città Ducale, Barletta, Altamura, Sanseve-
ro, Bovino, Taranto, Gallipoli, Brindisi, Sala, Campagna, Vallo, Matera, Melfi, Lagonegro, Cotrone,
Monteleone, Nicastro, Gerace, Palmi, Castrovillari, Paola, Rossano) e, per le provincie siciliane, 1 co-
mando generale autonomo di divisione militare territoriale. Con determinazione ministeriale dell’8
giugno 1862, fu stabilita la dislocazione dipartimentale delle divisioni attive di fanteria, tra cui quel-
la relativa il 6° Dipartimento: 2ª e 5ª Divisione nell’Italia continentale, 10ª Divisione in Sicilia, sop-
presse poi nel 1863. Nel 1862, con r.d. 27 settembre, il territorio siciliano, prima inquadrato nel 6°
Dipartimento militare, fu eretto a Dipartimento militare autonomo. Con r.d. 28 giugno 1865, il 6°
dipartimento cambiò denominazione in Dipartimento militare di Napoli. Nel 1867, con r.d. 22 ago-
sto, vennero definitivamente soppressi tutti i gran comandi dei dipartimenti militari, compreso quel-
lo di Napoli.
184 L. tuccari, Memorie sui principali aspetti tecnico-operativi della lotta al brigantaggio, op. cit., p. 213.
185 Ibidem.