Page 520 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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520 L’esercito aLLa macchia. controguerrigLia itaLiana 1860-1943
suggerendo anche nuove prospettive di ricerca. Proprio la parte dedicata agli aspetti militari
della lotta rivestiva maggior interesse perché Trepiccione sosteneva come l’azione del gene-
rale Pallavicini, sicuramente efficace contro il brigantaggio, andasse vista come il punto di
arrivo di tattiche sperimentate, prima di lui, da altri ufficiali impegnati in quella lotta. A tal
proposito citava l’istruzione diramata alle truppe dal generale Ferdinando Pinelli, coman-
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dante generale delle truppe italiane nell’Ascolano e negli Abruzzi nel febbraio 1861 che,
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in 14 sintetici punti, fissava le norme per la lotta al brigantaggio. In essa il generale Pinelli
affrontava cinque aspetti fondamentali della controguerriglia: la condotta delle operazioni,
le misure di polizia, la raccolta delle informazioni sul nemico, i rapporti con le autorità
civili e l’organizzazione di comando. Per quanto riguarda le operazioni, Pinelli stabiliva
che bisognava affrontare i briganti sempre con forze superiori (punto 1°), far avanzare le
colonne nei centri principali al fine di bloccare le insurrezioni filo-borboniche, sciogliendo
tutte le organizzazioni reazionarie (punto 2°) e non disperdere le forze in inutili presidi
anche se richiesti dai municipi (punto 10°). Poiché le misure di polizia erano finalizzate a
spezzare i rapporti tra le bande e i loro sostenitori nelle popolazioni rurali, egli disponeva
il censimento di tutti i giovani passati al brigantaggio per perseguirli (punto 3°), obbligava
tutti gli abitanti del contado a risiedere nei propri paesi di appartenenza durante le insurre-
zioni (punto 4°), riservando lo stesso trattamento previsto per i briganti a quelli che fossero
stati trovati fuori dal proprio comune o provincia (punto 7°), stabiliva gravi imposizioni
pecuniarie da infliggere alle famiglie dei briganti (punto 6°), disponeva la cattura di ostaggi
tra i fiancheggiatori e i maggiorenti del luogo (punto 8°) e, infine, autorizzava l’utilizzo
di ogni mezzo per tagliare i rifornimenti alle bande (punto 12°). Anche la raccolta delle
informazioni era importantissima per il generale Pinelli che, nell’Istruzione, stabiliva lauti
compensi per le spie (punto 5°) e obbligava tutte le amministrazioni comunali a riferire
immediatamente tutte le notizie sulle bande che transitavano nel loro territorio (punto
10°). L’organizzazione di comando era ovviamente un punto centrale, per cui Pinelli dispo-
254 istruzione, auSSMe, Fondo G-3, Campagna 1860-1861, vol. 62, c. 176.
255 Con r.d. 13 ottobre 1860, venne istituito, in Terni, il Comando militare dell’Umbria e dell’omoni-
ma Colonna mobile, al cui vertice fu posto il colonnello brigadiere, poi maggiore generale Ferdinan-
do Pinelli. La Colonna mobile dell’Umbria, posta alle dipendenze del Quartier generale principale
dell’Armata d’occupazione, era inizialmente costituita dal 40° Reggimento fanteria, da 9° e 20° Bat-
taglione Bersaglieri, dal 3° Squadrone del Reggimento Nizza cavalleria, da 1 batteria da montagna
del 3° Reggimento artiglieria, dalla sezione artiglieria Stanhops e dal Comando Volontari cacciatori
del tevere. Passata alle dipendenze del Comando militare delle provincie napoletane (V Corpo d’Ar-
mata), contrastò le prime manifestazioni del brigantaggio nella provincia di Ascoli e nell’Abruzzo e
diede inizio all’assedio di Civitella del Tronto. In seguito al r.d. 10 febbraio 1861, reso esecutivo con
dispaccio ministeriale dell’11, il generale Pinelli, per il suo ordine del giorno del 3 febbraio (cfr. A.
de Jaco, Il brigantaggio meridionale. Cronaca inedita dell’Unità d’Italia, op. cit., p. 229-230), ritenuto
offensivo verso il papa e le alte gerarchie ecclesiastiche, apertamente schierate con la reazione e su po-
sizioni antiunitarie, fu sostituito dal tenente generale Luigi Mezzacapo, che fu nominato comandante
delle truppe italiane nell’Ascolano e negli Abruzzi. Il generale Pinelli fu uno dei pochi ad essere de-
corato della medaglia d’oro per la repressione del brigantaggio, cfr. Gruppo MedaGlie d’oro al v.M.
d’italia, Il risorgimento italiano: le medaglie d’oro al valor militare dal 1848 al 1870, testo di Gaetano
Carolei, ritratti di Guido Greganti, Fasano, Grafischena, 1987, pp. 158-159.