Page 523 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Appendice 1. LA storiogrAfiA miLitAre suL grAnde brigAntAggio post-unitArio 523
brigantaggio post-unitario. Il Botti prendeva in considerazione i principali autori contem-
poranei che avevano scritto sugli aspetti militari della lotta al brigantaggio e il dibattito
interno all’Esercito sugli aspetti tecnico-militari di quella lotta, la relazione della Com-
missione parlamentare d’inchiesta e alcune delle voci opposte del campo filo-borbonico.
Degli autori allora contemporanei agli avvenimenti, prendeva in considerazione le opere
di Marc Monnier, di Alessandro Bianco di Saint Jorioz, di Enrico della Rocca e di Gia-
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como Oddo . Nel 1862 Monnier , giornalista di origine franco-elvetica, stabilitosi a
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Napoli e divenuto grande sostenitore di Garibaldi, scrisse due opere sull’argomento in
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cui difendeva l’operato del governo italiano, sostenendo che il brigantaggio fosse un feno-
meno endemico del Sud d’Italia, acuito dalla crisi che aveva scosso la società napoletana nel
1860-1861, per il passaggio dei poteri dal regime borbonico al nuovo Regno d’Italia. Per
Monnier i briganti, nonostante il palese sostegno del papato e della corte borbonica in esi-
lio, non erano partigiani che combattevano per l’indipendenza nazionale come gli spagnoli
contro Napoleone - e meno che mai sinceri legittimisti che sostenevano il trono e l’altare
come i vandeani - ma criminali che sarebbero stati fermati da una rigorosa repressione
come quella condotta dal generale Pinelli negli Abruzzi. Il banditismo, inoltre, concludeva
ottimisticamente Monnier, dopo la fucilazione del generale spagnolo Borjes e grazie alle
capacità del generale La Marmora che ormai controllava la situazione, era entrato nella sua
fase conclusiva . Dopo Monnier, Botti passava ad analizzare Il brigantaggio alla frontiera
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(1789-1915), vol. II, Dalla prima guerra d’indipendenza a Roma capitale (1848-1870); Roma, Stato
Maggiore Esercito, 2000, cap. III: L’intervento dell’Esercito nell’Italia meridionale dal 1860 al 1870:
repressione del brigantaggio o controguerriglia?, pp. 143-194.
272 Il generale Enrico della Rocca, uno dei più noti alti ufficiali sardi, fu comandante delle truppe italia-
ne nelle provincie meridionali durante la prima fase del brigantaggio, nel 1860-1861, cfr. e. della
rocca, Autobiografia di un veterano, Bologna, Zanichelli, 1898, vol. II (1859-1893).
273 G. oddo, Il brigantaggio o l’Italia dopo la dittatura di Garibaldi (3 volumi), Milano, Giuseppe Sforza
di Nicola, 1863-1865. L’opera di Giacomo Oddo spiegava il brigantaggio come un fenomeno di re-
azione borbonico-clericale, creato e tenuto in vita da Pio IX e Francesco II a Roma.
274 a. Scirocco, Introduzione, p. XXII, in puBBlicazioni deGli archivi di Stato – StruMenti cxxxix,
Guida alle fonti per la storia del Brigantaggio postunitario conservate negli Archivi di Stato, vol. I, op.
cit., “[…] si propose di dimostrare che il brigantaggio nel mezzogiorno era un male antico, che non
era una guerra civile, che in quel momento (inizio ’62 dopo la fucilazione di Borges) stava per essere
debellato: il libro, un autentico Instant book, reso apparentemente più oggettivo dalla pubblicazione
del Diario in cui Borges aveva annotato la sua delusione per il sodalizio col capobanda Crocco, ebbe
grande fortuna in Italia e nella traduzione francese”.
275 M. Monnier, Notizie storiche documentate sul brigantaggio nelle provincie napoletane dai tempi di Fra
Diavolo sino ai giorni nostri, aggiuntovi l’intero giornale di Borjes finora inedito, Firenze, Barbera, 1862.
Dell’opera sono state fatte successive edizioni: Arturo Berisio, Napoli 1965, Roma, Borzi, 1969 e Hi-
storire du brigantage dans l’Italie Méridionale, Parigi, M. Levy Frères 1862.
276 F. Botti, Il pensiero militare e navale italiano, op. cit., vol. II op. cit. 145-147.
277 Ibid., pp. 147-167.