Page 529 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Appendice 1. LA storiogrAfiA miLitAre suL grAnde brigAntAggio post-unitArio 529
di Andrea Carteny sulla legione ungherese contro il brigantaggio, corredati dell’edizione
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critica di documenti dell’Archivio dell’Ufficio Storico sull’argomento. Segnaliamo infine
il recente volume di Gastone Breccia sui carabinieri, dove l’autore, in un capitolo specifi-
co (cap. II, caccia spietata) ricostruisce alcuni momenti dell’azione svolta dall’Arma nella
repressione del brigantaggio . Secondo l’autore, due aspetti del contrasto militare alla
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guerriglia furono particolarmente importanti nelle operazioni del XIX secolo e rimangono
fondamentali ancora oggi: l’impiego di unità capaci di un’elevata mobilità addestrate a
dare la caccia ai guerriglieri e il controllo del territorio. Riguardo al primo aspetto, Breccia
ricorda come già i francesi avessero impiegato in Algeria, dal 1840, le “colonne volanti” del
generale Bugeaud per combattere i ribelli di Abd El-Kader, i britannici le flying columns
in India all’epoca del Great Mutiny (1857-1858) e gli americani, le truppe a cavallo nella
lotta ai pellirosse. Le colonne mobili erano utilizzate da quasi tutti gli eserciti europei nelle
guerre coloniali del XIX secolo, e il loro impiego fu acquisito definitivamente nella dottri-
na militare del tempo, grazie anche al manuale, Small Wars. Their Principles and Practice,
pubblicato, nel 1899, dall’ufficiale britannico Callwell. Nelle colonne mobili dell’Esercito
italiano impiegate contro i briganti, un’aliquota di carabinieri, insieme alla cavalleria, fan-
teria e guardie nazionali, era quasi sempre presente, ma l’impiego dell’Arma si dimostrò
particolarmente adatta per il controllo del territorio grazie alla sua organizzazione capillare
e ramificata in stazioni e legioni territoriali.
Ricordiamo infine gli articoli pubblicati dal 2009 al 2013 su riviste di diverso approccio
e orientamento, quali “Storia militare” e “Rivista militare” da una parte e “Rassegna storica
del Risorgimento” dall’altra. Nelle prime due riviste, Nicola Serra e il generale Ernesto
Bonelli hanno pubblicato, rispettivamente, due articoli di sintesi , con finalità divulgative
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che, facendo riferimento alla storiografia militare sull’argomento, ricostruiscono, a gran-
di linee, le caratteristiche delle operazioni di controguerriglia nelle provincie meridionali.
Giustina Manica, invece, nel suo lungo articolo che parte dal periodo murattiano, utiliz-
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zando, fra l’altro, le fonti dell’Archivio dell’Ufficio storico, ha riassunto i punti salienti della
storia della lotta al brigantaggio condotta dallo stato unitario, dando risalto all’insorgere
di fenomeni di criminalità organizzata - mafia e camorra - che, a differenza dello stesso
brigantaggio non furono estirpati alla fine del 1870 . Federica Saini Fasanotti, nel suo
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311 a. carteny, La legione ungherese contro il brigantaggio, Vol. I, I documenti dell’Ufficio storico dello Stato
maggiore dell’Esercito (1860-1861), Roma, Nuova cultura, 2013.
312 G. Breccia, Nei secoli fedele-le battaglie dei carabinieri 1814-2014, Milano, Mondadori, 2014, pp.
43-83, pp. 324-331.
313 n. Serra, Soldati contro briganti: la lotta al brigantaggio nell’Italia meridionale nel 1860-1867. Una
sintesi, pp. 35-41, in “Storia militare”, n. 185, Anno XVII, febbraio 2009 e e. Bonelli, L’Esercito ita-
liano nel contrasto al Brigantaggio, pp.82-92, in “Rivista militare” n. 2, 2012.
314 G. Manica, Nuove acquisizioni sul brigantaggio post unitario sulla base di documenti conservati presso
l’Archivio dello Stato Maggiore dell’Esercito, pp. 533-560, in “Rassegna storica del Risorgimento”, an-
no XCVIII-fasciclo IV, ottobre –dicembre 2011.
315 Ibid., p. 560 “[...] il brigantaggio, dopo qualche battuta di arresto iniziale da parte dello Stato, è stato
sconfitto; le mafie invece, che via-via hanno sempre più sviluppato il rapporto con il potere politico,