Page 533 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Appendice 2. L’occupAzione itALiAnA deLLA GreciA (1941-1943)  533

              za o l’attentato all’incolumità o alla libertà personale di militari o funzionari italiani; la di-
              struzione o il danneggiamento di infrastrutture, di mez zi di collegamento e di trasporto, di
              segnaletica; la detenzione o l’abbandono di armi ed esplosivi; l’esportazione illegale di mer-
              ci e contrabbando; l’immigrazione e l’emigrazione clandestina; l’attentato all’ordine pub-
              blico, ecc.  Il comando dell’11  Armata impose alle forze d’occupazione un contegno ir-
                                        a
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              reprensibile nei rapporti con la popolazione e il pieno rispetto della proprietà privata, ma
              al contempo minacciava l’immediata repressione di ogni atto contrario e lesivo dell’autori-
              tà italiana compiuto da civili greci . La Grecia subì all’inizio l’occupazione senza partico-
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              lare reazione, nonostante l’astio serpeggiante tra la popolazione che vedeva gli italiani non
              come vincitori ma profittatori del successo con le armi ottenuto dalla Germania. Così il
              gen. Geloso si espresse sul sentimento dei greci verso l’occupante italiano: “Quando le
              forze italiane entrarono in Grecia la popolazione le guardò assai di maloc chio; stette tran-
              quilla, ma traspariva palese l’odio per gli Italiani che avevano scatenata una guerra ritenuta
              ingiusta, durante la quale per di più non erano riusciti che molto faticosamente a contene-
              re prima ed a vincere poi l’esercito greco. La valorosa resistenza opposta da quest’ultimo, e
              che tra l’ottobre 1940 ed il gennaio 1941 era stata sul punto di ricacciare a mare l’invasore,
              aveva fanatizzato i greci sino al punto da far loro ritenere di essere sul campo di battaglia
              superiori agli italiani. Questi dalla propaganda inglese erano dipinti crudeli e selvaggi; era-
              no stati inventati di sana pianta e propagati alla radio episodi di barbarie da noi mai com-
              messi, accaduti secondo i propagandisti nell’impero e in Albania; le voci a nostro discredito
              erano state confermate dai tedeschi, i quali nel periodo di poche settimane trascorsi da soli
              in Grecia avevano fatto il possibile per renderci invisi ai nativi ritenendo di accrescere in tal
              guisa il valore delle loro azioni” . Anche il Ministero degli Esteri concordava sulla cattiva
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              predisposizione del popolo greco nei confronti dell’occupante italiano: “I greci, special-
              mente quelli appartenenti alla classe rappresentativa, non sono mai stati amici dell’Italia e
              non lo possono essere ora dopo una guerra aspramente combattuta che ha gettato il paese
              nel caos economico, nella miseria e nelle più dure sofferenze; guerra considerata da tutti


              327 Cfr. bando del 29 aprile 1941 del comandante superiore delle FF.AA. d’Albania, contenente dispo-
                 sizioni in materia penale nei territori occupati.
              328 Cfr. circolare n. 0210190 in data 14 maggio 1941, ordine e disciplina nei territori occupati, coman-
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                 do 11  Armata - Ufficio Operazioni a firma del gen. Carlo Geloso: “Le popolazioni che vedono tran-
                 sitare i nostri valorosi soldati, e che sono a quotidiano contatto con i reparti di occupazione, devono
                 avere la sensazione netta e precisa di trovarsi di fronte a un esercito vittorioso, ed appunto perciò di-
                 sciplinatissimo. [...] Nei primi tempi e fino a nuovo ordine intendo che nelle zone occupate sia stabi-
                 lito il coprifuoco dalle ore 21 alle ore 5”.
              329 Relazione Carlo Geloso, s.d. Tutta la classe dirigente ed intellettuale greca era contraria all’Asse e fa-
                 vorevole a Francia e Gran Bretagna. Tra i peggior nemici degli italo-tedeschi era il clero ortodosso,
                 che aveva sempre avuto importanza rilevante nella vita politica greca ed era stato in ogni epoca uno
                 dei motori più potenti dei movimenti nazionalisti. L’ordine iniziale di Mussolini di “essere duro con
                 i greci”, quale ritorsione per la fiera resistenza opposta all’invasione italiana dell’ottobre 1940, fu, in
                 seguito, stemperato attraverso direttive che cercarono di far apparire gli italiani amici dei greci. Co-
                 sì, furono concessi notevoli aiuti economici ed alimentari ed in campo politico si evitò di imporre ai
                 greci l’idea fascista.
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