Page 542 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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loro file con criteri essenzialmente militari, evitano di logorarsi in scontri aperti con repar-
ti italiani e tedeschi, sperano addirittura che le truppe d’occupazione procedano esclusiva-
mente contro i comunisti. D’altro canto i dirigenti comunisti non nasconderebbero le loro
preoccupazioni in vista di uno sbarco anglo-americano in Grecia, che provocherebbe un
forte e rapido miglioramento delle condizioni economico-finanziarie di tutto il popolo,
sottraendo le masse all’azione comunista che fa leva sulla miseria e le difficoltà economiche
in genere” . Alle prime uccisioni di militari italiani dell’aprile-maggio 1942 seguì, l’11
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luglio, l’assassinio avvenuto a Monastirion di un ricco proprietario terriero greco, noto per
aver prestato la sua collaborazione alle truppe italiane nell’individuazione di un gruppo di
ribelli. L’episodio che, però, può considerarsi il vero segnale d’inizio della lotta armata da
parte degli andartes, i quali fino ad allora si erano limitati a compiere atti di banditismo a
danno delle popolazioni locali, fu quello verificatosi il 2 agosto 1942 nella zona delle Ter-
mopili, ove una banda di questi aggredì e distrusse un autocarro della posta militare, ucci-
dendone il conduttore e ferendo il capomacchina. Da questo momento le uccisioni di civi-
li che collaboravano con le forze di oc cupazione, le aggressioni a militari isolati, gli atti di
sabotaggio e gli attentati a pic coli presidi isolati si produssero con continuità e con sempre
maggiore frequenza . La reazione delle autorità occupanti a questo stato di fatto fu imme-
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diata e, pur cercando di evitare inutili eccessi , forse troppo drastica, tanto da avere l’effet-
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to controproducente di alimentare l’odio e il risentimento contro gli italiani: arresto degli
uomini che abitavano le case limitrofe alle località ove erano avvenute le aggressioni; sgom-
bero e incendio di queste case e di quelle riconosciute come di proprietà o dimora dei ribel-
li; internamento dei maggiorenti dei paesi dove era segnalata la presenza di ribelli e di so-
spetti estranei alla popolazione dei villaggi; fucilazione, dopo regolare processo, dei capi
delle formazioni partigiane in pre senza delle popolazioni a scopo intimidatorio; presa di
ostaggi nelle famiglie cui appartenevano uomini validi assenti ingiustificati; multe collettive
da pagarsi in natura agli abitanti dei paesi ove avvenivano atti di sabotaggio; arresto dei
fami liari degli accertati ribelli . Si ordinò anche lo sgombero dei civili dalle zone com-
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357 Notiziario mensile stati oltre frontiera, Comando Supremo – Servizio Informazioni Militare – Centro
S.I.M. Albania.
358 Nel solo mese di agosto del 1942 si registrarono le uccisioni di sei informatori degli italiani e tre ag-
gressioni a mano armata contro militari del Regio Esercito.
359 Cfr. circolare n. 0213807 in data 22 luglio 1942, Operazioni contro il banditismo, Comando
Superio re FF.AA. Grecia - Ufficio Operazioni. Il gen. Geloso stigmatizzò la distruzione per ritorsio-
ne di interi abitati mediante incendio e bombardamento con mortai da 81: “Tale misura, ove venga
con eccessiva fre quenza e senza il necessario discernimento adottata ed estesa fino alla distruzione di
interi paesi è da considerarsi, più che utile, dannosa e, come tale, da proscrivere. Fermezza ed inesora-
bile energia contro i colpevoli - da me sempre raccomandate ed approvate - non debbono degenerare
in cieca brutalità non consona alle tradizioni di romana giustizia dell’esercito italiano, deleteria per il
nostro prestigio, contraria ai nostri stessi interessi”.
360 Cfr. fonogrammi n. 0214715, 027198, 028524, 0215061, 0215867, 0219120, 0219450, 0219841
del Comando Superiore FF.AA. Grecia - Ufficio Operazioni; fonogrammi n. 398 e 6509 del coman-
do XXVI Corpo d’Armata. Dovevano essere fucilati sul posto solo i ribelli catturati con le armi in
pugno. Con il fonogramma n. 0222715 fu ordinato anche l’internamento di donne e ragazzi di età