Page 547 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Appendice 2. L’occupAzione itALiAnA deLLA GreciA (1941-1943)  547

              contro militari caduti prigionieri, come ebbe a sottolineare il gen. Geloso nella circolare n.
              029040. La descrizione delle sevizie subite dai soldati italiani serviva a instillare l’odio verso
              il nemico e susci tare il sentimento di vendetta tra le truppe. “In seguito a vittoriose recenti
              azioni di nostri reparti contro ribelli, sono state rintrac ciate le seguenti salme di nostri mi-
              litari caduti prigionieri, verso i quali il nemico - supe rando le nefandezze dei popoli selvag-
              gi e le belve della foresta che braccano il sangue e ne fanno sadicamente orgia - ha commes-
              so atti di inaudita primordiale ferocia: salma (non ancora potuta riconoscere per mancanza
              di documenti e scempio del viso) con evirazione completa; salma con mozzate alcune dita
              della mano; numerose salme di nostri caduti disseppellite e profanate; numerose salme di
              militari le cui multiple ferite da taglio in ogni parte del corpo e le cui dolenti espressioni del
              viso dimostrano le bestiali torture cui gli stessi devono essere stati sottoposti prima di mo-
              rire, forse per dissanguamento; numero se salme col volto ripetutamente sfregiato e reso ir-
              riconoscibile. [...] Siano portati tali esecrandi misfatti a conoscenza di tutti i dipendenti
              militari, acché tutti sappiano quale nemico oggi combattono, e acché siano tutti convinti
              che contro di essi e i suoi fiancheggiatori non vale legge morale, giuridica, militare che
              possa perseguirli, ma la più spietata vendetta e la più cruda rappresaglia: le sole adeguate
              sanzioni che possano colpire questi ributtanti figuri che di uomini hanno solo l’aspetto.
              […] Mi riservo di tra smettere alcune fotografie documentanti i su accennati atti di ferocia,
              perché ne sia data larga diffusione nei reparti” . Iniziate le prime operazioni contro bande
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              organizzate sotto il profilo militare, il Comando Superiore della Grecia provvide a dirama-
              re disposizioni di dettaglio sui metodi d’azione caratteristici delle operazioni di controguer-
              riglia, in particolare le norme da seguire durante i rastrellamenti, le misure di sicurezza da
              predisporre in marcia e nello stazionamento per evitare le sorpre se, la difesa di autocolonne,
              le tecniche di pattugliamento . “Marce e spostamenti, di qualsiasi carattere, sempre con
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              misure di sicurezza: sulla fronte, sui fianchi, a tergo. In operazioni di rastrellamento e nei
              presidi fissi in zone infestate dai ribelli, mai accantonare nei villaggi. Accampamenti in lo-
              calità elevate, con ampio raggio di vista, facilmente difendibili. Presidi non inferiori al
              battaglione; minori solo se da me autorizzati. Operazioni di rastrellamento condotte, di
              massima, con interi battaglioni. La disseminazione su fronte soverchiamente larga di nu-
              merose piccole colonne è dannosa. Nelle marce contro ribelli, le varie colonne in cui può
              essere suddiviso il battaglione, devono essere in grado di concentrarsi tutte su di un punto
              in non più di tre ore. Ciascuna compagnia deve poter riunire i suoi plotoni in meno di
              un’ora. La formazione di marcia più conveniente è quella a losanga. Nella sosta il quadrato.
              In stazione, accampamento e addiaccio, da ¼ a 1/3 della forza deve provvedere alla sicurez-


              371 Circolare n. 029040 in data 7 aprile 1943, Atti di ferocia dei ribelli, Comando Superiore FF.AA. Gre-
                 cia - Ufficio Operazioni.
              372 Cfr. circolari n. 0216932 in data 2 settembre 1942, Sicurezza; n. 0221090 in data 17 ottobre 1942,
                 Direttive per la lotta contro le bande: “Il bandito sa che un solo fattore può consentirgli di ottenere
                 talvolta qualche successo con tro le truppe regolari: la sorpresa. Della sorpresa, infatti, favorita dalla
                 perfetta conoscenza del terreno, fa la sua arma principale. ‘Non farsi sorprendere’ deve perciò essere
                 costante pensiero di ogni comandante”. I rastrellamenti dovevano essere preceduti da un’intensa azio-
                 ne informativa volta a conoscere notizie sulla consistenza e sui movimenti delle bande.
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