Page 552 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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552 L’esercito aLLa macchia. controguerrigLia itaLiana 1860-1943
rapidamente peggiorando per le forze occupanti, col movimento resistenziale che aveva pre-
so piede in varie regioni della Grecia, vanamente contrastato dalle truppe italo-tedesche. Le
bande degli andartes, inizialmente di forze non superiori ai 25-30 uomini, andarono man
mano rinforzandosi e, specie nella regione montagnosa dell’Epiro e della Tessa glia, comple-
tarono l’addestramento, perfezionarono l’armamento, rinsaldarono i vincoli disciplinari, al-
largarono il loro raggio d’azione e progressivamente si pre fissero sempre maggiori obiettivi.
Il servizio d’informazione inglese aveva comin ciato a rifornire i ribelli in modo sistematico
con aviolanci e approdi notturni di sommergibili. Oltre alle armi, munizioni ed esplosivi,
giungevano apparati radio, unifor mi, vettovagliamento, medicinali (in particolare chinino
contro la malaria) e denaro. A seguito dell’annientamento di un plotone isolato, il coman-
dante della divisione “Pinerolo” avvisò i reparti dipendenti della pericolosità raggiunta dalle
bande di insorti, che, grazie ai rifornimenti inglesi, risultavano bene armate ed equipaggia-
te, talvolta anche in modo superiore alla fanteria italiana . “Si sono create bande armate
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perfettamente organizzate, provviste di armi automatiche, di munizionamento adeguato, di
apparecchi radioriceventi e radiotrasmittenti, di forza variabile ma sempre superiore ai 50-
60 uomini, rifornite da aerei avversari a mezzo aviolanci e sovente dal mare. E’ necessario
adeguare tutta la nostra attività a questa situazione di fatto. […] Commisurare le forze degli
elementi operanti all’ampiezza della zona da rastrellare in modo da consentire alle varie co-
lonne reciproco tempestivo appoggio. Operare con battaglioni organici […] non impiegare
mai plotoni isolati. Reagire con energia contro qualsiasi tentativo di minaccia da parte di
elementi sospetti. La pietà verso sudditi greci che tentano di agire e reagire contro i nostri
o gendarmi greci collaboranti con le nostre forze, è inutile e dannosa. Il greco, non lo si
deve dimenticare, è nemico nostro palese ed occulto” . Oltre ai militari del Regio Esercito,
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i partigiani iniziarono a prendere di mira anche la gendarmeria allo scopo di minarne la
compattezza organica, a fiaccarne il morale ed a catturare armi. Per questo motivo fu de-
ciso di sopprimere le stazioni di minore importanza e di raggruppare i gendarmi in presidi
di forza non inferiore a 25 uomini . Analogamente fu ordinato di ridurre il numero dei
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piccoli distaccamenti dei Carabinieri Reali e della Regia Guardia di Finanza, rinforzando
quelli rimasti . Anche i presidi dell’Esercito furono riorganizzati, diminuendone l’esten-
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sione e raggruppando i reparti in un minore numero di edifici allo scopo di migliorare le
condizioni di sicurezza, diminuire il personale di sorveglianza ed avere la possibilità di agire
col fuoco d’artiglieria e dei mortai in determinate zone degli abitati stessi . Altre divisioni
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383 In particolare, i partigiani erano ben riforniti di mitra di produzione statunitense Thompson, ai quali
gli italiani non potevano contrapporre un’arma simile.
384 Foglio n. 2168/Op. in data 28 settembre 1942, Impiego dei reparti in operazioni di rastrellamento e di
polizia, comando divisione fanteria “Pinerolo” – Ufficio del capo di stato maggiore.
385 Fogli n. 01/4382 in data 12 ottobre 1942 e n. 01/4433 in data 13 ottobre 1942, Distaccamenti gen-
darmeria greca, comando III Corpo d’Armata – stato maggiore.
386 Foglio n. 01/3875 in data 15 ottobre 1942, Distaccamenti CC.RR. e R.G. Finanza, comando III Cor-
po d’Armata – stato maggiore.
387 Foglio n. 2234/Op. in data 1° ottobre 1942, Organizzazione delle sedi dei presidi, comando divisione
fanteria “Pinerolo” – Ufficio del capo di stato maggiore.