Page 553 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Appendice 2. L’occupAzione itALiAnA deLLA GreciA (1941-1943) 553
notevolmente impegnate in attività di controguerriglia fin dal 1942 furono la “Casale” e la
“Forlì” che, a fine settembre, parteciparono insieme alla “Pinerolo” all’operazione “P” nella
zona del Parnaso finalizzata alla conduzione di rastrellamenti anti banda ed a dissociare i
partigiani dalla popolazione. “A tale scopo provvedere censimento popolazione stabilendo:
quali abitanti abituali mancano dalle proprie famiglie e per quali motivi sono assenti; quali
abitanti sono giunti o giungono da altri paesi e per quale motivo. Ove necessario i centri
abitati saranno sgomberati dalla popolazione civile maschile adulta che verrà internata in
campi di concentramento provvisori” . Gli ordini prevedevano che, “ove necessario, si
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giunga fino a bruciare tutto entro il raggio di 10 km dal luogo ove avvengano atti di bri-
gantaggio. Tutti siano edotti che non si rimane vivi nelle mani del nemico; quindi vender
cara la pelle.” All’operazione “P” seguì, in ottobre, la “G”, che si svolse nella zona del monte
Giona, dove era segnalata la presenza di una banda di almeno un centinaio di insorti ben
rifornita dall’aria e che deteneva alcuni prigionieri italiani. Vi parteciparono tre gruppi
tattici, ciascuno su due battaglioni di fanteria, una compagnia mortai da 81 ed una batteria
cannoni someggiabili da accompagnamento da 65/17, oltre ad una forte aliquota di riserva
incentrata su 4 battaglioni, un gruppo d’artiglieria ed un gruppo squadroni di cavalleria .
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Sempre in ottobre, quattro battaglioni della divisione “Modena” svolsero un rastrellamento
nella zona di Arta, denominato operazione “A” . L’elevato numero di favoreggiatori delle
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bande catturati costrinse alla costituzione di tre campi di internamento, capaci ciascuno
di mille posti, a cura di ciascun Corpo d’Armata . Nel corso di queste operazioni ogni
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presidio maggiore doveva tenere una compagnia pronta a muovere al primo cenno ed un
battaglione pronto ad intervenire entro tre ore dallo stato di allarme . Le perdite registrate
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dal Comando Superiore nell’ottobre 1942 furono di 46 uomini tra morti, feriti e dispersi,
ed in novembre di 8 uomini. Le forze aeree alle dipendenze del Comando Superiore FF.AA.
Grecia, che fino al 1942 svolsero per lo più azioni di ricognizione e lancio manifestini,
388 Ordine d’operazioni n. 0218807 in data 23 settembre 1942, Direttive su operazioni “P”, a conferma
ordini verbali, Comando Superiore FF.AA. Grecia – Ufficio Operazioni. Era previsto il ricorso all’a-
viazione tattica e la costituzione di un posto comando tattico. L’operazione si concluse con l’elimina-
zione di 3 banditi e l’arresto di 650 persone, delle quali 430 furono internate.
389 Fogli n. 01/4243 in data 9 ottobre 1942 e n. 01/4555 in data 17 ottobre 1942, Operazioni “G”, co-
mando III Corpo d’Armata – stato maggiore. Nel corso dell’operazione furono catturati ingenti
quantitativi di armi ed esplosivi britannici, tra cui 800 kg di gelatina, 12 mitra Thompson, 550 bom-
be a mano. L’operazione portò all’uccisione di 23 partigiani ed al fermo di 224 individui, dei quali
138 furono internati.
390 Foglio n. 12011 in data 14 ottobre 1942, Operazioni “A”, comando XXVI Corpo d’Armata – Uffi-
cio operazioni. Le direttive operative previdero la riduzione delle salmerie allo stretto indispensabile
al fine di elevare le capacità di movimento dei reparti. Nel corso dell’azione un plotone cadde in una
imboscata e venne semidistrutto. A seguito dell’uccisione di 7 militari italiani prigionieri, furono fu-
cilati per rappresaglia 14 internati greci.
391 Telegramma n. 0219975 in data 6 ottobre 1942 del Comando Superiore FF.AA. Grecia – Ufficio
Operazioni.
392 Foglio n. 01/5337 in data 7 novembre 1942, Repressione tempestiva atti ostili da parte ribelli, comando
III Corpo d’Armata – stato maggiore.