Page 559 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Appendice 2. L’occupAzione itALiAnA deLLA GreciA (1941-1943) 559
consentire il reciproco appoggio. Pertanto automezzi a distanza l’uno dall’altro variante da
100 a 200 m; dovendosi attraversare punti pericolosi (strette, zone che facilitano l’insidia,
tratti di strada in curva e dominanti) fermare a conveniente distanza l’autocolonna, occu-
pare le posizioni laterali, far sfilare l’autocolonna stessa e quindi riprendere il movimen-
to ”. “Formazione di marcia: autocarro di testa a 800-1000 m dal grosso della colonna;
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rimanenti autocarri da 200 a 300 m l’uno dall’altro; autocarro di coda da 600 a 800 m dal
precedente. Attrezzatura degli autocarri: senza tendoni e senza telai di sostegno per gli stes-
si; autocarri della scorta con lo sportello posteriore ribaltato; autiere e aiutante autiere in
ciascuno autocarro e armati di moschetto. […] Contegno della scorta: automezzi fatti og-
getto di attacco nemico devono fermarsi. Il personale deve scendere, allontanarsi dagli au-
tomezzi, appostarsi sul terreno, al coperto, reagire col fuoco e quindi col movimento; rima-
nente aliquota della scorta, manovrare ed attaccare decisamente; aggirare possibilmente per
l’alto. Collegamenti: possibilmente autocolonna collegata con mezzi radio con i presidi;
sempre con colombi; sempre con telefono da inserire in derivazione sulle linee telefoniche
lungo la rotabile che si percorre” . Con i propri reparti impegnati in importanti cicli ope-
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rativi invernali, il gen. Geloso volle spronare i comandanti dipendenti al combattimento
con una vigorosa azione morale: “Il lungo periodo di occupazione ha forse dato e radicato
in taluni il comodismo di guarnigione. Occorre sterritorializzare; energicamente, molto
energicamente, molto vivacemente, ripeto, sterritorializzare. Molto movimento, perciò,
anche di comandanti; […] ufficiali e militari di truppa svegli, vivaci e pronti ad immediata
reazione. Servizio di vigilanza e di guardia attivissimo, quanto più vicino possibile a quello
di sicurezza in guerra. Ispezioni numerose e frequenti” .
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Alla fine dell’anno 1942 la situazione in alcune province della Grecia settentrionale
venne a presentarsi molto grave e l’ordine pubblico fu definitivamente compromesso . I
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territori dove principalmente si svi luppò la ribellione furono quelli soggetti al XXVI ed al
III Corpo d’Armata. In particolare, nei territori del XXVI Corpo d’Armata avevano sede le
bande nazio naliste facenti capo al generale Zervas e, nei territori del III Corpo d’Armata,
spe cie nelle zone della divisione “Pinerolo”, le bande dell’ELAS. Però, mentre le for mazioni
nazionaliste guidate in gran parte da ex ufficiali dell’esercito greco si attenevano in genere
agli usi tradizionali di guerra e rispettavano sufficientemen te le convenzioni internazionali,
le formazioni dell’ELAS, in buona parte guidate da capi improvvisati e dislocate in zone
ove abitavano popolazioni di etnia diversa (bulgarofoni, arumeni, greci, profughi dall’Ana-
tolia) e più facile era il manifestarsi di lotte civili, si davano spesso a compiere atti che ave-
vano più del banditismo che della vera e propria guerriglia. Si spiega così che sia in Tessaglia
410 Foglio n. 3780/OP. in data 31 dicembre 1942, Sicurezza reparti, rastrellamento e autocolonne, coman-
do divisione fanteria “Pinerolo” – Ufficio del capo di stato maggiore.
411 Norme per il movimento di autocolonne, comando divisione fanteria “Pinerolo” – Ufficio del capo di
stato maggiore in data 18 febbraio 1943.
412 Foglio n. 0224976 in data 30 novembre 1942, Atmosfera di guerra, Comando Superiore FF.AA. Gre-
cia – Ufficio Operazioni.
413 Foglio n. 5119/”I” in data 7 ottobre 1942, Attività insurrezionale, comando divisione fanteria “Pine-
rolo” – Ufficio del capo di stato maggiore.