Page 564 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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564 L’esercito aLLa macchia. controguerrigLia itaLiana 1860-1943
FF.AA. Grecia a organizzare vere e proprie operazioni militari ad ampio sviluppo per l’eli-
minazione delle bande di ribelli che infestavano il nord della Grecia. Secondo gli intendi-
menti iniziali, le operazioni di rastrellamento avrebbero dovuto avere inizio entro la prima
quindicina di febbraio e protrarsi per tutto il successivo mese di marzo. Le direttive emesse
in merito alle truppe operanti, composte da non meno di 4-5 battaglioni di fanteria appog-
giati da artiglierie someggiate, autoreparti ed aviazione, prescrivevano di cercare di chiude-
re i ribelli in zone dalle quali non potessero sfuggire e distruggerli con l’imposto combatti-
mento in campo aperto . Si doveva mirare a privare i ribelli di ogni possibilità di
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rifornimento onde poterli aggredire nelle loro basi logistiche alle quali facevano capo per
procurarsi i mezzi di sostentamento . Le operazioni si svolsero ininterrotte fino alla prima
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decade di aprile, incontrando una dura ed inaspettata resistenza delle formazioni ribelli.
Quelle di maggiore importanza, chiamate operazioni “D”, furono dirette dal gen. Del
Giudice, vice comandante della divisione di fanteria “Pinerolo”, e si svolsero in febbraio
nella zona a nord di Kalabaka, dove un battaglione del 13° reggimento di fanteria era stato
sopraffatto e distrutto prima dell’inizio di queste operazioni, e in marzo e aprile nella zona
Kozani-Kastoria, ove più attiva era l’attività ribelle . In quest’ultimo settore alle operazio-
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ni presero parte, oltre a truppe italiane, anche formazioni locali di bulgarofoni la cui orga-
nizzazione fu autorizzata dal Comando Superiore FF.AA. Grecia in analogia a quanto ave-
vano fatto i tedeschi nei territori da loro occupati (in totale, furono arruolati circa 1400
volontari macedoni contro i partigiani) . Malgrado nel corso di queste operazioni venis-
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425 Foglio n. 01/2111 in data 12 febbraio 1943, Direttive per le operazioni “D”, comando III Corpo d’Ar-
mata – stato maggiore. Parteciparono 4 battaglioni di fanteria di cui uno alpini, 2 reggimenti di ca-
valleria e 4 batterie da 75/13 e 65/17. Si cercò di autocarrare tutti i battaglioni di fanteria partecipan-
ti all’azione. I reparti dovevano essere alleggeriti degli elementi meno idonei fisicamente ed avere la
massima autonomia logistica. Ai fini del mantenimento del segreto, fu imposto di ridurre al minimo
gli ordini scritti. I comandanti dovevano agire d’iniziativa, senza essere frenati nell’azione dall’attesa
di ordini superiori. Il comando di Corpo d’Armata fornì un importante concorso di apparati radio
anche di grande potenza (16 stazioni incluse R4A ed RF3C).
426 Cfr. circolare n. 023093 in data 3 febbraio 1943, Lotta contro i banditi, Comando Superiore FF.AA.
Grecia - Ufficio Operazioni, e fonogramma n. 024597 del Comando Superiore FF.AA. Grecia - Uf-
ficio Operazioni. Furono costituiti un comando tattico per l’operazione “D” composto di 8 ufficiali
delle varie branche operative, oltre a personale di truppa ed alcune basi logistiche per i rifornimenti
urgenti di viveri e munizioni, che utilizzarono anche una linea ferroviaria a scartamento ridotto.
427 Il battaglione, forte di 350 uomini con 3 mortai da 81 e 4 mitragliatrici, ma sprovvisto di apparati
radio, fu catturato da una banda di circa 800 ribelli dopo aver perso in combattimento 87 uomini. I
142 militari fatti prigionieri furono in seguito rilasciati. Le perdite partigiane furono valutate in un
centinaio di uomini.
428 Nella zona di Kastoria viveva una forte minoranza bulgara che aspirava ad annettere la Macedonia
occidentale alla Bulgaria. Le formazioni di bulgarofoni combatterono contro le bande greche con
buoni risultati, isolatamente o a fianco delle truppe italiane. Si sfruttarono contro i partigiani greci
anche volon tari musulmani della Ciamuria, che miravano ad annettere all’Albania parte dei territori
della Grecia set tentrionale (cfr. promemoria in data 30 giugno 1943, Situazione politica della Grecia con
particolare rife rimento alla giurisdizione della divisione “Pinerolo”). In precedenza era stata valutata anche
l’opportunità di armare le popolazioni arumene di alcuni villaggi, in modo da potersi difendere dalle