Page 565 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Appendice 2. L’occupAzione itALiAnA deLLA GreciA (1941-1943)  565

              sero distrutte tutte quelle località dalle quali i partigiani attingevano i loro mezzi di sosten-
              tamento e si riuscissero a disperdere alcune formazioni armate, scarsi furono i risultati
              pratici che se ne ottennero . Particolarmente elevate furono le perdite, con la distruzione
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              di un altro battaglione del 13° fanteria, forte di 600 ed una batteria cannoni da 65/17, che,
              circondato da preponderanti forze avversarie, si arrese dopo due giorni di lotta . Gli smac-
                                                                            430
              chi subiti dal 13° reggimento fanteria furono duramente stigmatizzati dal comandante del
              III Corpo d’Armata: “I recenti avvenimenti hanno dimostrato che esistono talvolta imper-
              donabili negligenze nell’approntamento delle unità (battaglioni e reparti d’artiglieria) che
              vengono inviati in operazione. Sintomatico: l’immediata richiesta di viveri e munizioni;
              necessità da parte del comando superiore di ricercare il collegamento; intervento aereo e
              impossibilità di comunicare per mancanza di teli da segnalazione, non portati al seguito;
              eterogeneità dei reparti e loro incompletezza” . Ancor più duri furono gli irati commenti
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              del gen. Benelli comandante della “Pinerolo”: “Ormai sono troppi gli episodi che dimostra-



                 incursioni degli andartes alla ricerca di cibo e indumenti (cfr. foglio n. 0224190 in data 25 novembre
                 1942, Incendio di abitati, Coman do Superiore FF.AA. Grecia e foglio n. 01/7084 in data 28 dicembre
                 1942, Armamento di elementi fidati, comando III Corpo d’Armata – stato maggiore). Gli arumeni,
                 però, per tema di rappresaglie maggiori da parte dei partigiani, si mostrarono piuttosto restii ad acco-
                 gliere la proposta di resistenza armata in difesa dei propri interessi (cfr. foglio n. 227/Op. in data 15
                 gennaio 1943, Armamento di elementi fidati, comando divisione fanteria “Pinerolo”). Nel dopoguer-
                 ra il governo greco, tramite l’Ufficio nazionale ellenico per i criminali di guerra, denunciò “l’inqua-
                 dramento militare delle minoranze valacche, slavofone e albanesi nei reparti speciali affiliati al Regio
                 Esercito. Risultò, infatti, che tali reparti, composti da volontari al comando di ufficiali italiani, erano
                 stati arruolati nelle legioni ricalcate sul modello delle Camice Nere, per essere impiegate nell’ambito
                 di una violenta repressione anti partigiana nella Grecia centro-settentrionale”.
              429 Entro la fine di marzo nella zona di Kastoria-Grevenà erano stati eliminati in combattimento circa
                 450 insorti e catturati 4 mitragliatrici, 17 fucili mitragliatori e 239 fucili. Nel corso delle operazio-
                 ni svolte da tre battaglioni in due riprese nella zona di Monte Alynda erano stati uccisi in combatti-
                 mento circa 120 ribelli e oltre 100 erano rimasti feriti. Il Servizio Informazioni rilevò che: “In questi
                 ultimi tempi formazioni ribelli, ammontanti a diverse centinaia di armati, hanno spesso contrastato
                 tenacemente le operazioni di rastrellamento delle nostre truppe e, in alcuni casi, hanno anche preso
                 l’iniziativa dell’attacco” (Notiziario mensile stati esteri n. 2. Sguardo complessivo alla situazione politico-
                 militare del mese di febbraio 1943, Stato Maggiore Regio Esercito – Servizio Informazioni Esercito).
              430 Il battaglione era intervenuto per soccorrere una compagnia di scorta ad una autocolonna di dieci
                 autocarri, che anch’essa andò perduta (45 tra morti e feriti ed 80 prigionieri). Nel combattimento il
                 battaglione subì 90 perdite tra morti e feriti. Dei circa 600 prigionieri, la maggior parte perì di stenti e
                 di fame (foglio n. 01159/8 in data 15 marzo 1943, Combattimento Siatista, comando settore militare
                 “Lamia”). Le artiglierie ed una parte degli autocarri furono in seguito recuperati. L’abitato di Siatista
                 fu bombardato dall’aviazione insieme ai centri viciniori.
              431 Foglio n. 01/3513 in data 9 marzo 1943, Costituzione unità impiegate in operazioni di polizia e ra-
                 strellamento e dotazione munizioni, viveri, mezzi di collegamento e varie, comando III Corpo d’Armata
                 – stato maggiore. “La vastità del territorio in relazione alle forze a disposizione, la sua insidiosità, la
                 scarsità di vie e mezzi di comunicazione impongono che i reparti che sono inviati in operazione siano
                 dotati di sufficiente autonomia logistica, di mezzi di collegamento, che la loro costituzione sia stretta-
                 mente organica, che siano forti di tutti gli elementi disponibili, e ciò anche e soprattutto per ragioni
                 morali”.
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