Page 566 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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           no scarso mordente e deficienza di combattività da parte di reparti e come non tutti siano
           ancora ben compenetrati della situazione attuale nella quale il nostro prestigio militare è
           impegnato seriamente. Si seguitano a fare da alcuni le cose con una certa superficialità e
           leggerezza per cui si facilita il ripetersi di dolorosi episodi. Accade quindi che l’operato dei
           nostri reparti in operazione di rastrellamento non dà i risultati voluti e viene anzi offuscato
           da dolorosi scacchi dovuti non soltanto all’aumentata entità e alla migliorata organizzazio-
           ne dell’avversario, ma anche a nostri errori e persino a comportamento fiacco e inadeguato
           di qualche reparto” . L’operazione “D” comportò severe misure di repressione contro i
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           villaggi e le loro popolazioni che, con aperto favoreggiamento o con passiva indifferenza,
           avevano agevolato l’opera dei ribelli . Contro gli aviorifornimenti nemici fu deciso di
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           organizzare all’interno dei presidi dei posti di avvistamento allo scopo di individuare le
           zone dove avvenivano gli aviolanci e di far eseguire con tempestività delle battute con re-
           parti consistenti onde impossessarsi dei materiali paracadutati prima dei banditi. Occorre-
           va, inoltre, rastrellare le località ove erano state osservate segnalazioni luminose da terra agli
           aerei . In occasione del 25 marzo, anniversario dell’indipendenza greca, si verificarono
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           torbidi nelle principali città con scioperi generali e disordini di piazza sedati grazie all’inter-
           vento della gen darmeria locale appoggiata dai carabinieri e il ricorso al fuoco, che fece
           qualche vittima e numerosi feriti tra i dimostranti . In febbraio iniziarono, inoltre, i primi
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           importanti attacchi alle linee ferroviarie interne ed a quelle che collegavano la Grecia al
           resto dei Balcani. “L’attività delle bande ribelli si è manifestata con: atti di sabotaggio dei
           collegamenti e delle linee di comunicazione rotabili e ferroviarie; assalti a convogli ferrovia-
           ri ed autocolonne allo scopo di mettere in crisi i rifornimenti, sottrarre la maggior parte del
           territorio al controllo delle forze di occupazione, appropriarsi di armi, munizioni, viveri,
           materiali di equipaggiamento; sostituzione dei poteri locali con organi rivoluzionari; pre-
           parazione di azioni di vasta portata, tendenti ad impadronirsi dei centri nevralgici del pae-
           se ed estendere il movimento fino nei centri urbani” . Il 1° marzo i ribelli liberarono a
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           432 Foglio n. 2718/Op. in data 31 marzo 1943, Comportamento reparti in operazione, comando divisione
              fanteria “Pinerolo” – Ufficio del capo di stato maggiore. Nel corso dei successivi rastrellamenti del ciclo
              operativo “D” fu richiesto il concorso aereo di bombardieri del Comando Superiore FF.AA. Albania.
           433 Furono incendiati vari centri abitati e fucilati per rappresaglia numerosi abitanti. Solo nel villaggio
              di Domenikon fu passato per le armi un centinaio di civili; altrettanti tra fucilati e caduti in combat-
              timento si ebbero a Farsala e dintorni. Ciò determinò l’esodo delle popolazioni da vari villaggi della
              Tessaglia per tema di rappresaglie in ordine della presenza di bande ribelli nella zona.
           434 Foglio n. 740/Op. in data 7 febbraio 1943, Rastrellamento armi, comando divisione fanteria “Pinero-
              lo” – Ufficio del capo di stato maggiore. Furono organizzati anche dei falsi posti di aviorifornimento
              avversari con emissioni di luce e fuochi da terra allo scopo di ingannare i piloti britannici.
           435 Cfr. foglio n. 028671 in data 4 aprile 1943, Relazione mensile sulla situazione politico militare, Co mando
              Superiore FF.AA. Grecia - Ufficio Operazioni. Il 5 marzo ad Atene si svolse una manifestazione di
              7000 dimostranti che fu repressa nel sangue dalla polizia, che fece 5 morti e 51 feriti. In seguito, nella
              capitale, centro d’irradiazione del movimento anti Asse, furono organizzati scioperi pressoché totali-
              tari delle categorie impiegatizie ed operaie contro il governo greco ed indirettamente contro l’autorità
              italo-tedesca.
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