Page 561 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Appendice 2. L’occupAzione itALiAnA deLLA GreciA (1941-1943) 561
che abbiano il valido concorso di una attiva azione di propaganda […] da compiersi fin nei
più lontani gruppi di abitati, dove, per ragioni di dislocazione, le nostre truppe non posso-
no sempre giungere, concorrerebbe a neutralizzare la propaganda avversaria. In sostanza la
propaganda dovrà avere due caratteristiche: una, di diffida, avvertendo la popolazione a
quali pericoli ed a quali severe sanzioni e misure repressive va incontro favorendo i ribelli o
banditi; l’altra, di carattere vero e proprio propagandistico, dando alla popolazione la chia-
ra situazione in cui si trova attualmente la Grecia, i motivi della guerra, i risultati vittoriosi
delle forze del Tripartito, la politica infida e pericolosa degli stati avversari. L’Ufficio Infor-
mazioni del comando III Corpo d’Armata provvederà a preparare manifestini in tal senso,
manifestini che saranno lanciati a mezzo aereo” . Il Comando Superiore decise che le
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operazioni contro i ribelli non dovevano avere tregua nemmeno durante il periodo inver-
nale, disponendo di: “tenere sgombre dalla neve le principali comunicazioni stradali, onde
rendere sempre possibili celeri spostamenti di truppe autocarrate; addestrare i reparti alla
vita e alla marcia in montagna nella stagione invernale; provvedere all’allestimento di rac-
chette da neve e di slitte di circostanza.” Ciò in quanto si prevedeva che l’inverno portasse
“nuovi elementi a favore dei banditi, le cui piccole, mobilissime, leggere formazioni, prive
di servizi e di impedimenta, trovano nel terreno difficile le migliori condizioni per sfuggire
alle maglie del rastrellamento, e nel maltempo un alleato che favorisce l’agguato e
l’imboscata” . Altre disposizioni riguardavano: l’esplorazione accurata di tutti i possibili
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rifugi dei ribelli (caverne, capanne, case isolate, ecc.), dando alle fiamme i rifugi di monta-
gna impiegati spesso dai partigiani come punti di appoggio e depositi di munizioni; l’im-
pedimento dell’approvvigionamento di viveri da parte degli insorti, che venivano riforniti
di vettovaglie dalle popolazioni, attraverso continue perquisizioni di abitazioni di contadi-
ni, mulini e mezzi di trasporto; l’esplorazione delle zone boscose e coperte, ricorrendo, se
del caso, anche all’incendio dopo aver presidiato il perimetro. L’impiego dei reparti doveva
rispettare i vincoli organici, evitando la costituzione di unità di formazione, ai fini di un
migliore affiatamento tra i componenti e della semplificazione dell’azione di comando:
“Ufficiali, sottufficiali e graduati debbono conoscersi tra di loro e conoscere gli uomini al
comando dei quali sono preposti. In conseguenza sia per i reparti operanti sia per quelli
adibiti nei servizi di presidio, siano sempre strettamente osservati i vincoli organici” . In
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considerazione dell’elevato impegno operativo sostenuto dalle truppe del III Corpo d’Ar-
mata, le divisioni “Pinerolo” e “Forlì” ricevettero notevoli rinforzi. La prima grande unità,
già su formazione ternaria, ricevette in sostegno: un reggimento di cavalleria, un gruppo
416 Foglio n. 1621/Op in data 30 agosto 1942, Operazioni di rastrellamento e polizia militare, comando
divisione di fanteria “Pinerolo” (24ª) – Ufficio del capo di stato maggiore. I comandanti dei reparti
erano invitati a non venire a trattative coi capi ribelli, dovendo limitarsi a fissare un limite di tempo
entro il quale gli stessi avrebbero dovuti arrendersi.
417 Circolare n. 0221090, cit. Allo sgombero della neve dovevano essere preposte imprese civili. I reparti
dovevano organizzare escursioni addestrative tipo alpino, abbinandole, se possibile, a perlustrazioni
in villaggi non presidiati da truppe italiane.
418 Foglio n. 01/4181 in data 7 ottobre 1942, Operazioni di rastrellamento-sicurezza, comando III Corpo
d’Armata – stato maggiore.