Page 570 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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570 L’esercito aLLa macchia. controguerrigLia itaLiana 1860-1943
del banditismo” . Anche il Servizio Informazioni rilevò l’aggravarsi della crisi dell’ordine
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pubblico in Grecia auspicando interventi energici ed un radicale cambiamento dei sistemi
di lotta agli andartes: “Contro il dilagare della guerriglia appoggiata dagli anglo-americani
le nostre misure e i nostri mezzi sono assolutamente insufficienti e disorganizzati. L’abusato
metodo del rastrellamento e la rappresaglia verso le popolazioni il più delle volte innocenti,
non risolvono il problema. La repressione del banditismo politico, che ha ormai assunto
proporzioni allarmanti e pericolose per l’imponenza delle forze e la capacità offensiva ri-
chiede misure radicali e operazioni di polizia su vasta scala. Occorrerebbe agire a grandi rag-
gi nelle zone infestate dai ribelli con impiego coordinato di unità mobili ed efficienti; tutti
gli uomini atti alle armi dovrebbero essere allontanati dal territorio e trasportati in campi
di concentramento, adottando provvedimenti di estremo rigore a carico di coloro che si
sottraessero al provvedimento; è necessario fare il vuoto alle spalle delle nostre truppe per
impedire ogni possibilità di connivenza delle popolazioni locali con le bande armate. Solo
con questi sistemi, ormai necessari ed urgenti, si potrebbe ristabilire l’ordine e la sicurezza
e, quel che più conta, tutelare il nostro prestigio seriamente compromesso. Naturalmente
però operazioni del genere richiederebbero almeno due o tre divisioni in più di quelle che
presidiano attualmente la Grecia” .
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Il minaccioso rafforzarsi delle bande armate indusse il gen. Geloso a chiedere a Roma
urgenti rinforzi, consistenti in almeno una divisione e tre battaglioni ter ritoriali mobili,
pur ritenendo indispensabili non meno di tre divisioni da impie gare come riserva d’armata.
Le forze dell’Asse, in particolare, non riuscivano a garantire la protezione delle principali
vie di comunicazione da imboscate, atti di sabotaggio e assalti ai convogli. “Situazione
attuale banditismo habent assunto caratteristiche tali di estensione [...] da rendere con
unità territoriali mobili at mia disposizione già difficile et aleatoria vigilanza linea ferrovia-
ria Salonicco-Atene nonostante noto concorso alleato, richiedendo essa nuclei sempre più
numerosi et consistenti per protezione opere d’arte principali. Pure con tali provvedimenti,
atti di sabotaggio lungo detta linea, possono ormai dirsi at ripetizione et sempre più gravi
poiché [...] sono aumentati sensibilmente quelli tendenti at determinare deragliamenti et
conseguenti assalti convogli, et ciò nonostante intensificazione vigilanza mobile strada fer-
rata. Tale situazione mi ha obbligato at abbandonare at se stesse linee secondarie Tessaglia
ove non si voglia correre il rischio di avere l’unica linea di comunicazione ferroviaria con
Madrepatria definitivamente interrotta. Né est possibile distrarre un solo uomo da difesa
costiera et da unità mobili di forza assai ridotta et costantemente impegnate in azioni
contro ribelli et at assicurare integrità nostri centri logistici et propri movimenti lungo assi
stradali principali anch’essi continuamente minacciati et spesso, nonostante tale attività,
sabotati” . Altra lacuna lamentata, oltre alla penuria di forze da destinare alla vigilanza
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447 Foglio n. 7830/AC in data 11 dicembre 1942, Relazione sulla situazione politico-amministrativa del
territorio occupato, dal 1° al 30 novembre 1942, comando III Corpo d’Armata – stato maggiore.
448 Foglio n. 59/8 in data 19 aprile 1943, Notizie dalla Grecia.
449 Fonogramma n. 028389 del Comando Superiore FF.AA. Grecia inviato al Comando Supremo. Le
deficienze di personale lamentate dal Comando Superiore nell’ottobre 1942 erano di 30 mila uomi-
ni. Ad aggravare la situazione vi era la diffusione della malaria tra le truppe italiane, che, secondo una