Page 576 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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           sultati conseguiti da queste operazioni consentirono il quasi pacifico trasferimento della
           divisione “Brennero” in Albania per la già citata rotabile e la momentanea pacificazio ne
           della zona di Trikkala. Queste operazioni, come le precedenti, poco contri buirono, però,
           alla disorganizzazione della guerriglia: le perdite inflitte ai par tigiani risultarono sempre
           esigue per la tendenza delle bande a rompere il contatto e dileguarsi di fronte a forze pre-
           ponderanti. Rilevò il Comando Supremo nel giugno 1943: “In tutta la Grecia la nostra
           attività operativa di rastrellamento, rivolta a stroncare l’organizzazione ribelle, non sempre
           riesce a conseguire concreti risultati ed a perseguire gli scopi prefissi. Ne sono cause, le
           difficoltà ambientali rappresentate soprattutto dall’inaccessibilità di certe zone montane
           prive di rotabili; la limitata e qualche volta negativa collaborazione da parte della polizia
           ellenica; lo spontaneo o forzato favoreggiamento degli abitanti delle zone infestate; la rela-
           tiva facilità con cui ribelli riescono ad approvvigionarsi; le difficoltà di contrapporre ad essi
           reparti altrettanto leggeri, mobili, svincolati da esigenze logistiche” . Altre cause erano da
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           ricercarsi nell’eccessivo frazionamento delle forze e nel loro scarso numero in relazione
           all’ampiezza del territorio da vigilare: “Passando dalle coste all’interno si deve riconoscere
           che III e XXVI Corpo d’Armata hanno mezzi inadeguati per esigenze difesa costiera e lotta
           contro i partigiani. Si trovano larghe zone di territorio non controllato, che possono creare
           pericolose situazioni. […] Dopo compiuta un’operazione di rastrellamento, non si dovreb-
           be abbandonare il territorio ripulito. Per far ciò, però, mancano le forze: poiché non è
           possibile avere le divisioni in rinforzo occorre decidersi a venire a differenti raggruppamen-
           ti e dislocazioni delle grandi unità per riunire le forze. Oggi siamo deboli ovunque. Per
           esempio la divisione “Pinerolo” non può oggi controllare il vasto territorio sul quale è dis-
           seminata.” Si veniva a ripetere in Grecia lo stesso errore già commesso sul fronte orientale
           dall’8ª Armata, che, fidando esclusivamente su riserve mobili assicurate dai tedeschi, al
           momento dell’attacco russo del 17 dicembre 1942 non poté contromanovrare, perché i
           germanici le avevano sottratto le divisioni promesse: “Effettivamente la questione dell’im-
           piego delle masse di manovra, costituite unicamente da unità tedesche agli ordini diretti dei
           comandanti tedeschi, assume nella situazione attuale della Grecia, la più grande importan-
           za. Le nostre grandi unità sono tutte impiegate nella difesa costiera e del territorio, dispon-
           gono soltanto di riserve di copertura e di settore. Lo stesso comando dell’11ª Armata non
           dispone di una propria riserva. Ogni richiesta dovrà quindi essere rivolta la comando tede-
           sco, che naturalmente impiegherà le sue grandi unità come e dove riterrà più opportuno.
           Eguale è la situazione del comando gruppo armate est, il quale nella situazione attuale non
           può che coordinare l’azione delle dipendenti armate, non disponendo di alcuna riserva, per
           intervenire tempestivamente ed efficacemente ove necessario” .
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           465 Promemoria per il Duce, Relazione sulla Grecia, relativa al mese di maggio 1943, in data 26 giugno
              1943.
           466 Foglio n. 510/op., cit. Il problema era che i tedeschi non ritenevano opportuno che i comandi di Cor-
              po d’Armata italiani avessero alle dirette dipendenze d’impiego divisioni germaniche. Gli italiani, non
              disponendo di consistenti reparti per operazioni di manovra, temevano di doversi limitare ad una di-
              fesa quasi statica in caso di sbarco navale anglo-americano. Perciò il gen. Rosi propose di riunire sotto
              un unico comando, in ogni scacchiere, le forze per la difesa delle coste e del territorio e quelle di ma-
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