Page 579 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Appendice 2. L’occupAzione itALiAnA deLLA GreciA (1941-1943) 579
avessero alle dirette dipendenze una divisione tedesca ciascuna . Il rafforzamento del di-
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spositivo germanico in Grecia portò altre conseguenze: il III Corpo d’Armata italiano fu
destinato al trasferimento in Albania per il suc cessivo rimpatrio, anche se gli eventi armisti-
ziali troncarono sul nascere tali in tendimenti; l’VIII Corpo d’Armata si ridislocò in Etolia-
Arcania con compiti pre valenti di difesa costiera al pari del XVI che rimase schierato in
Epiro. Alle unità tedesche, in relazione alla loro maggior potenza e manovrabilità, venne
riservato il compito della manovra per rigettare a mare le forze nemiche eventualmente
sbarcate. Il rimaneggiamento dello schieramento italo-tedesco comportò che dalla fine del
luglio 1943 la direzione delle operazioni anti partigiane venisse affidata alle unità germani-
che, le quali per i loro orientamenti operativi, la loro disloca zione più arretrata all’interno
del territorio e la loro mobilità si trovavano in condizioni di favore rispetto alle truppe
italiane schierate perifericamente e assorbite dai compiti statici contro lo sbarco. Nella si-
tuazione venutasi a creare con l’afflusso graduale di forze tedesche nelle zone di occupazio-
ne italiane, se nel campo prettamente operativo non si ebbero disaccordi tra i comandi del
Regio Esercito e quelli della Wehrmacht, notevoli contrasti sorsero invece circa i criteri da
adottare nella repressione del movimento insurrezionale . I tedeschi pretendevano di im-
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porre i propri metodi anche nei settori di responsabilità ita liana, convinti della necessità di
dover far sempre e comunque terra bruciata ove fosse stata recata offesa alle truppe occu-
panti. Gli italiani tendevano a op porsi a queste disposizioni preferendo un approccio meno
rigido, teso a disso ciare la popolazione innocente dai partigiani. Sottoposta la questione al
Coman do di Salonicco, questo rispose prescrivendo che in ogni località di staziona mento
delle truppe italo-tedesche fossero presi ostaggi da impiccare o fucilare in caso di aggressio-
ne contro elementi dell’armata mista. Il Comando italiano si rifiutò di diramare un ordine
di tal fatta e riferì al Comando Supremo, solleci tandone ripetutamente l’intervento nella
delicata materia. Questo, però, non ri spose che il 7 settembre 1943, e in un modo che il
gen. Vecchiarelli ritenne non chiaro. Altri contrasti fra autorità italiane e tedesche si ebbero
in merito: alle proposte germaniche circa alcuni provvedimenti da prendere per rafforzare
l’ordine pub blico (ritiro di tutte le radio riceventi esistenti in Atene, internamento degli
ufficiali già appartenuti all’esercito greco, deportazione in Germania degli ebrei), che il
Comando italiano si rifiutò di eseguire; alle spese di occupazione da im porre al governo
greco, spese che gli italiani cercarono di contenere in relazio ne alla situazione economica
greca estremamente precaria e che i tedeschi inve ce pretendevano in modo esorbitante; alla
richiesta tedesca di reprimere scio peri economici che nel mese di agosto si svolsero ad Ate-
ne, scioperi che, non pregiudicando l’attività delle truppe di occupazione, le autorità italia-
ne riteneva no questioni di esclusiva competenza del governo greco e che pertanto furono
473 Fogli n. 0617/43 in data 17 luglio 1943, Sistemazione dei comandi nei Balcani, ufficiale di collega-
mento tedesco presso il Comando Supremo e n. 23541/op. in data 24 luglio 1943, Comando delle
truppe italo-germaniche in Balcania, Comando Supremo – I Reparto.
474 I tedeschi non mancarono naturalmente di lamentarsi del comportamento del gen. Vecchiarelli pres-
so il Comando Supremo, che il 15 agosto 1943 stigmatizzò in un messaggio diretto al comandante
dell’11 Armata la “tendenza nelle truppe italiane ad accostarsi coi Greci”, ordinando “di provvedere
a
ener gicamente contro quei comandanti che non facessero il loro dovere”.