Page 78 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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litari più significative in ambito coloniale perché condotta in pieno deserto attraversando 6
paralleli e 5 meridiani. Fu un’operazione molto complessa anche perché, date le condizioni
ambientali, le colonne dovevano avere la più totale autonomia logistica: più del nemico era
da temere il deserto con i suoi spazi infiniti e le improvvise variazioni meteorologiche .
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L’immenso altopiano del Fezzan, compreso fra i 400 e i 600 metri di altitudine, è delimi-
tato a nord dai monti Harugi, dal Gebel es-Soda e dal margine meridionale dell’Hamma-
da el-Hamra, e a sud dai monti Tassili, mentre il suo margine occidentale corre lungo il
confine algerino tra Gadames e Ghat e quello orientale sfuma in Cirenaica con un confine
fluido come le sue dune. Con un’estensione di 500.000 km , è attraversato da tre grandi
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depressioni e da tre piccole , gli uidian, dai letti in sabbia e argilla ricoperti di quella che
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in arabo viene detta heiscia, una specie di humus saturo di sali che però permette l’agri-
coltura. A nord il Fezzan si presenta come un deserto sassoso, mentre a sud il paesaggio è
caratterizzato dalle grandi dune sabbiose dell’Edeien e dell’Hammada di Mùrzuch. A livel-
lo climatico è contraddistinto dai tipici fenomeni delle aree desertiche, con forti sbalzi di
temperatura, notti gelide e giorni torridi, e rare precipitazioni che in alcune zone possono
essere del tutto assenti anche per 50 anni. I venti sono lo Scerghi, che soffia da levante, e il
Ghibli, che soffia da sud spingendo davanti a sé nubi rossastre rasenti al terreno e favorisce
la maturazione dei datteri. Vista la mancanza di piogge, l’agricoltura si basava su un ben
organizzato sistema di irrigazione, con pozzi (hassian) per lo sfruttamento delle falde acqui-
fere sotterranee. Paradossalmente, grazie alla vicinanza dei monti e al terreno permeabile, il
Fezzan era la regione più ricca d’acqua di tutta la colonia, e anche per questo era da sempre
un’importante zona di transito, percorsa dalle numerose carovane che dall’Egitto andavano
all’Algeria e dal Mediterraneo al Sudan . Dopo una serie di traversie, quando nel 1915 gli
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italiani lo abbandonarono, il Fezzan passò sotto il controllo di Abd el-Gelil Sef en Nasser
e di Abd en Nebi Belcher, insieme ad altri capi minori, che lo mantennero pressoché indi-
sturbati fino al 1929.
In Libia, a differenza del Corno d’Africa, il Regio Esercito si trovò ad operare in un
territorio particolarmente ostile: il deserto. Significative al riguardo furono le operazioni del
1928 nella Giofra e nella Sirtica, che videro collaborare i comandi della Tripolitania e della
Cirenaica. In quel caso furono impiegate colonne isolate, ma nelle operazioni del 1929 per
la conquista dello Sciueref e della Ghibla si preferì agire con gruppi mobili manovranti per
linee esterne. Per avere un’idea di cosa significasse condurre un’operazione di questo tipo in
170 L’occupazione del Fezzan, con prefazione firmata Badoglio, giugno 1930, AUSSME, Fondo L-8, busta
158, fascicolo 12 bis. Questa relazione è molto interessante anche perché, come viene fatto notare in
premessa: “[…] non è stata compilata per il pubblico profano di questioni militari. Di fatto essa non
rappresenta né una lettura facilmente assimilabile da chiunque, né tanto meno una lettura amena.
Essa è destinata essenzialmente agli ufficiali e vuole essere materia di profonda meditazione e di accu-
rato studio”. Si veda anche Federica Saini FaSanotti, Libia 1922-1931. Le operazioni militari per la
riconquista, op. cit., p. 284.
171 Le tre grandi depressioni sono Uadi Sciati, Uadi el-Agial, Uadi Abergiusc o Bergiusc, le tre piccole
sono Uadi Zellaf, Uadi Engiarem e Hofra (la fossa).
172 Federica Saini FaSanotti, Libia 1922-1931. Le operazioni militari per la riconquista, op. cit., p. 284.
Capitolo seCondo

