Page 81 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Il RegIo eseRcIto e le opeRazIonI dI polIzIa colonIale In afRIca (1922-1940) 81
AUSSME. Anni Trenta. Aerocooperazione in Somalia
veniva, per ogni partenza, effettuato in meno di un’ora anche quando il movimento doveva
avere inizio nel corso della notte” .
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La marcia avveniva in formazioni il più possibile serrate proprio per ridurre al mini-
mo l’estensione del convoglio, con gli animali condotti dai cammellieri. Ed erano proprio
quelli, fra loro, più giovani e robusti che, di fronte alla spossatezza delle bestie, magari senza
acqua e cibo da giorni, portavano a spalla le barelle dei feriti .
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Contro chi si combatteva? Il nemico era mobile, grande conoscitore del deserto, insen-
sibile alle privazioni, abile combattente anche se carente in termini di disciplina e addestra-
mento. A livello logistico aveva bisogno di ben poco: un sacchetto di cereali, qualche datte-
ro e una manciata di foglie di tè, oltre a un otre di pelle per l’acqua, gli davano autonomia
anche per un mese. Per questi motivi il Regio Esercito capì presto che l’unica soluzione
sarebbero stati i reparti speciali sahariani, mentre la fanteria autocarrata, composta in larga
parte da battaglioni indigeni, libici ed eritrei, rendeva al meglio sulla costa. Nelle opera-
zioni di maggiore portata, i battaglioni di fanteria indigena furono regolarmente impiegati
anche nelle zone desertiche dell’interno, ma sempre insieme a reparti sahariani cammellati.
Il punto debole della cavalleria, tanto utile negli inseguimenti sulle brevi distanze, era la
mancanza d’acqua: i cavalli devono bere tutti i giorni e non possono essere nutriti solo con
l’orzo.
Per quanto riguarda i mezzi meccanici, l’esperienza ribadirà l’importanza dell’aeropla-
180 Ibidem.
181 Federica Saini FaSanotti, Libia 1922-1931. Le operazioni militari per la riconquista, op. cit., p. 80.

