Page 53 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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aveva coslnlito le mil:ragliere da 20 mm Scotti e i mortai da 81 mrn). La stessa
strada venne seguita anche dalla CANSA di Novara, che abbandonò definiti-
vamente le costruzioni aeronautiche acquistando dalla torinese SIATA la
licenza per il motore ausiliario "Cucciolo", in concor:ren7.a con .la bolognese
Ducati che dalle coslnlzioni eienromeccaniche (radio militari, valvole, appara-
ti di controllo) passò anch'essa al mercato delle due ruote producendo su
licenza il medesìmo modello.
In attesa di tempi migliori, anche altre industrie del comparto aeronauti-
co si dedicarono aJ settore dei trasporti su strada. Dopo la Breda, anche
l'Aeronautica Macchi presentò alla Mostra della meccanica e della metallurgia
di Torino un nuovo morocarro pesante, progettato dall'ing. Ermanno
Bazzocchi che segretamente stava mettendo a punto a Scbiranna il suo MB
308 lontano dagli occhi indiscreti della Commissione di controllo, facendolo
rullare sulla superfkie .gelata del lago di Varese.
In quella stessa occasione e.rordl anche il "motopattino·, così come veni-
va chiamato allora, la nota Vespa della Piaggio. Di lì a poco anche
l'Innocenti, uno dei pilastri della siderurgia bellica italiana, si convenì alle
motorene presentando la Lambretta.
Solo alla Fiat Aeritalia fu permesso di continuare nelle coslnlzioni aero-
nautiche grazie alla commessa passatale il 25 febbraio 1946 per sei monopo-
sto G.55 A e sei biposto G.55 B, assemblati utilizzando esemplari non finiti
giacenti in ditta. Pur essendo dei velivoli da caccia, su di essi fu montato un
armamento ridotto a due sole mitr.tgliatrici da 12,7 mm cosi da spacciarli per
addestratori e i nuovi velivoli furono destinati alla Scuola Volo di Lecce-
Galatina. Pochi giorni dopo, il 9 marzo, fu anche avviata la cOSinlzione di
due esemplari dell'addestratore di J • e 2" periodo Piat G.46 che la nostra
Aeronautica acquistò al prezzo di ventitré milioni l'uno.
Tra Inglesi e americani
Uno degli aspetti più curiosi di quegli anni fu il regime di concorrenza
che si creò tra inglesi e americani in quegli anni e che gli italiani seppero
abilmente sfruttare.
La legge •affitti e prestiti" americana vietava la cessione di materiale mili-
tare statunitense a una nazione ex-nemica quale l'Italia e questa fu la prlnd-
pale ragione per cui il nostro esercito cobelligerante fu rtarmato nel 1944 sul
modello inglese con mezzi e armi prodotte oltre Manica.
Solo l'Aeronautica oltre a dnquantatré caccia Supermarlne Spitfire v, di cui
solo trentatré utilizzabili, ottenne dagli inglesi anche centoquarantanove ca.ccia
Beli P.39 N e Q Airacobra e quarantanove bombardieri Martin A.30 Baltimore,
solo perché giudicati modelli superati di aerei da combattimento.
L'importanza di sfruttare a \'llntaggio dell'industria bellica britannica la
"neces..c;arta" Standardizzazione dell'annamenro delle future Forze Annate italiane