Page 136 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)
una intercettazione telefonica, doveva avere inizio stamane; non lo ebbe, probabilmente a
causa del vento sfavorevole all’azione dei gas. Il nemico infatti ha innalzato ieri sulla pre-
sunta fronte d’attacco numerosi palloncini sonda.
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rifLessi internazionaLi di errate vaLutazioni
Subito dopo Caporetto, quando stava per iniziare la Battaglia d’Arresto sul Grappa - Piave, la
branca informazioni del Comando Supremo si trovò al centro di un’aspra polemica che rischiò
di comprometterne la credibilità a livello internazionale. Infatti, nel corso della conferenza inte-
ralleata di Rapallo del 6 novembre 1917, il Sottocapo di Stato Maggiore, generale Porro, rappre-
sentò una situazione delle forze contrapposte sul fronte italiano, per alcuni versi, poco credibile
riguardo in particolare al numero delle divisioni tedesche “in arrivo” al fronte tridentino.
Secondo Porro, le divisioni tedesche presenti sull’Isonzo al momento dell’attacco del 24 ottobre
sarebbero state 9, cifra questa non molto lontana dalla realtà costituita da 7 divisioni più alcuni
rinforzi. Dal diario dell’Ambasciatore Aldrovandi, si apprende inoltre che egli avrebbe aggiunto:
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«dopo il 24, altre informazioni concordi recano che sono state dirette contro di noi da 12 a 15 divi-
sioni tedesche fresche, tratte dall’Alsazia, dalla Romania e dall’interno della Germania, formando
in tutto 150 battaglioni. Sembra che saranno inviate nel Trentino». Alla successiva domanda di
Lloyd George: «Quante sono le divisioni tedesche?», replica il Ministro francese Franklin-Bouillon:
«Il Generale Porro ha già risposto che le divisioni tedesche, con rinforzi, vanno da 21 a 24».
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Dunque, le informazioni riferite da Porro si dimostrano in lieve eccesso riguardo alle forze re-
almente presenti al fronte italiano, ma errate nella previsione dell’invio di nuovi divisioni tede-
sche in Italia, molto probabilmente perché il servizio Informazioni dell’Esercito italiano aveva
conferito credibilità a false notizie propagate dagli Austro Tedeschi e recepite anche da Servizi
Informazioni alleati su un imminente attacco nel Trentino, supportato da forze tedesche.
Nel seguito della riunione di Rapallo, sempre secondo il diario Aldrovandi, dopo le dichiarazioni
di Porro, il generale Robertson osservava: «rapporti pervenutimi stamane affermano che non
furono identificate più di 6 divisioni tedesche su tutto il fronte italiano» - stima questa errata per
difetto - e poi Lloyd George insisteva nell’evidenziare il contrasto tra la valutazione di Porro e
quella inglese, mentre forse sarebbe stato opportuno concentrare l’attenzione sull’attendibilità
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delle informazioni riguardanti il presunto spostamento delle divisioni tedesche da altri fronti a
quello trentino.
La macroscopica discordanza tra la cifra di 21 – 24 divisioni, attribuita a Porro, evidentemente
fuori dalla realtà e quella di 6 divisioni fornita da Robertson, presentata in modo poco corretto
anche alla stampa, gettò discredito sull’intero Comando Supremo di Cadorna e contribuì non
poco ad accelerare la decisione del cambio al vertice militare italiano: quello che in effetti gli
Alleati desideravano. 46
42 Lettera n. 4929 in data 23 ottobre 1917, Imminente offensiva austro-germanica sulla nostra fonte, Comando Supremo
- Ufficio Operazioni di Guerra e Affari Generali, AUSSME, fondo E-2 Comando Corpo di Stato Maggiore – carteggio
guerra mondiale.
43 Nella zona dell’attacco erano presenti 7 divisioni tedesche, tra cui l’Alpenkorps assimilato a una divisione, ma in realtà
rinforzato per esempio con il Battaglione di montagna Royal Wüttemberg di cui faceva parte il Tenente Rommel. A queste
forze vanno aggiunte l’artiglieria, le compagnie del genio e di altre specialità a disposizione del comando della XIV Armata.
44 Luigi Aldrovandi Marescotti, Guerra diplomatica, ricordi e frammenti di diario (1914 -1919), Mondadori, Milano, 1937,
p.150. David Lloyd George era il Primo Ministro britannico e Henry Franklin-Bouillon era Ministro di Stato francese.
45 ibidem, p.151 -152.
46 Tali discordanze furono malamente commentate dalla stampa britannica, provocando l’intervento dell’ambasciatore ita-
liano a Londra: «Permane l’importanza di ristabilire la verità circa il numero di forze nemiche, occorre, urge, che non abbia
ad accreditarsi presso questo grosso pubblico l’impressione certamente falsa ed assurda ma pur a lungo andare difficile
a conciliarsi, che l’unica causa dei nostri disastri è stata non il soverchiante nemico ma la codardia e il tradimento. […]
Occorre evitare che oggi si formi nell’opinione pubblica una corrente poco simpatica all’invio di ulteriori forze inglesi sul
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