Page 141 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO QUINTO
In base a tali Norme, gli uffici I.T.O. d’armata entrarono a far parte integrante dello stato maggio-
re del comando d’armata, forse ai fini di un maggiore controllo sull’attività di tali uffici, alcuni
dei quali tendevano ad assumere eccessive libertà d’azione, invadendo talvolta le competenze
del Servizio Informazioni centrale. Si cercò così di eludere il principale e ricorrente terreno di
scontro, che sin dai tempi di Garruccio, era la facoltà talvolta formalmente vietata, ma concessa
sommessamente agli uffici informazioni d’armata, di avere una propria rete informativa all’este-
ro. Gli strali di Garruccio si abbatterono soprattutto sull’Ufficio Informazioni della 1ª Armata
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e sui suoi due principali organizzatori il maggiore Tullio Marchetti ed il capitano Cesare Finzi:
Il primo [magg. Marchetti, N. d.A..] si occupa quasi elusivamente di raccogliere informazioni
per mezzo di suoi particolari agenti che forniscono, in massima, notizie di carattere generale,
certamente non disprezzabili, ma analoghe se non anche identiche a quelle che questo Ufficio
riceve e comunica. Meglio varrebbe quindi che il magg. Marchetti si preoccupasse di ricercare
informatori capaci di lavorare nella zona occupata dalle truppe che fronteggiano l’Armata, e
anche in zone alquanto più, ma non troppo, arretrate. All’utile maggiore che si otterrebbe così
di chiarire le dislocazioni, le forze e la situazione del nemico in certi settori dei quali per man-
cate catture di prigionieri, poco o nulla si sa, si accoppierebbe una notevole economia, perché
il servizio di cui trattasi, così come è impiantato, risulta essere molto più costoso di quelli delle
altre armate, pur essendo, in genere, meno redditizio. […] Occorre, infine, che il lavoro dei due
ufficiali specialmente incaricati del servizio informazioni sia coordinato in modo che l’opera
dell’uno diventi il complemento di quella dell’altro, entrambi perfettamente al corrente della
situazione, e che le notizie date da informatori siano in certo qual modo e sempreché possibile
controllate da quelle fornite dai prigionieri o disertori, o viceversa. Sui precedenti punti, come
su altri, quest’Ufficio non ha mancato di richiamare l’attenzione degli ufficiali informatori del-
le armate, nelle riunioni settimanali, che qui si tengono appunto per chiarire dubbi, per cercare
di migliorare il funzionamento del servizio […].
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Anche il Capo Ufficio Situazione, tenente colonnello Tellini si era espresso in modo tagliente
sulle attività del Finzi affermando: «Il capitano Finzi, che io ho interrogato a Vicenza, è un uomo
cui ha dato alla testa il compito affidatogli che è superiore al suo grado ed alla sua capacità, e al
quale, per quanto ritengo, egli attende senza controllo superiore».
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Nonostante difficoltà e incomprensioni, i rapporti tra il Capo dell’Ufficio Informazioni del
e corrispondenze nemici, per il funzionamento delle sezioni intercettazioni telefoniche. Il secondo allegato del giugno 1918
riportava le Norme particolari per l’interpretazione delle fotografie, il terzo le Norme particolari per le osservazioni degli
osservatori del servizio I.T.O. Gli ultimi due allegati contenevano gli stampati e le modalità di compilazione delle perio-
diche Probabile situazione e dislocazione delle forze nemiche di fronte all’armata e Probabile situazione e dislocazione
delle artiglierie nemiche sulla fronte dell’armata. Dal servizio informazioni d’armata dipendevano anche i campi concen-
tramento prigionieri, utilizzati per riunire prigionieri e disertori nemici in attesa del completamento del loro interrogatorio
e per esperire le debite misure profilattiche prima del loro definitivo internamento.
60 Già nell’agosto 1915 il Comando Supremo aveva comunicato che il servizio degli agenti all’estero era di massima di
sua spettanza, ordinando ai comandi d’armata di astenersi dall’inviare ufficiali fuori dai confini del Regno con compiti di
spionaggio (Tullio Marchetti, op. cit., p. 115).
61 Foglio n. 10617 in data 18 dicembre 1915, Funzionamento del servizio informazioni, Comando Supremo – Ufficio
Informazioni, AUSSME, fondo F-3 Carteggio sussidiario prima guerra mondiale, busta 279. Il capo di stato maggiore
della 1ª Armata difese l’operato dei suoi sottoposti: «Le notizie raccolte dal magg. Marchetti rispondono ad una giusta ne-
cessità e ad un desiderio espressogli verbalmente da S.E. il comandante d’armata. […] questo comando fu sempre avvertito
in tempo per ogni spostamento nemico importante e fu sempre in grado di poter dare giusto valore alle notizie allarmistiche
artificialmente diffuse. […] Dato che il nemico impedisce quasi in linea assoluta l’accesso diretto al Trentino, appare logico
che la massima parte delle notizie fornite da agenti fidati non si possano avere che dal medio od alto Tirolo.» Si veda anche
Tullio Marchetti, op. cit., p. 139.
62 Promemoria in data 25 giugno 1916, Osservazioni al verbale d’interrogatorio di prigionieri compilato il 22 giugno
dall’ufficio I della 1ª Armata, Comando Supremo – Ufficio Situazione ed Operazioni di Guerra, AUSSME, fondo E-1 Car-
teggio sussidiario armate. Finzi continuava a sostenere il pericolo di un proseguimento dell’offensiva nemica in Trentino.
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