Page 145 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO QUINTO
aventi alle dipendenze centri di raccolta, con ufficiali capi-centro e mezzi in proporzione della
zona e delle truppe. I fiduciari erano scelti tra ufficiali e militari di truppa, carabinieri e funzio-
nari di P.S. sicuri e seri, ma anche tra borghesi più o meno in vista e adatti all’ambiente in cui
dovevano operare con accertati ed indiscussi sentimenti politici e morali. Non era trascurato
l’apporto di sacerdoti d’indubbia fede patriottica, diretti o coadiuvati, se del caso, da cappellani
militari appositamente designati.
Scopo del Servizio era di controllare lo stato d’animo delle truppe; eventuali influenze sulle
truppe e sulle popolazioni di elementi sovversivi od organi di propaganda ostili alla guerra, «se-
gnalando prontamente particolari o collettive disposizioni alla resistenza o meno al sacrificio o
alla defezione». 73
I fiduciari immessi tra le truppe dovevano «mescolarsi tra i soldati, ascoltarne i discorsi, valutar-
ne sentimenti, aspirazioni, manchevolezze, per poter subito, secondo le diverse opportunità, por-
tare ad essi una parola sana e ritemprante». Oltre a segnalare ai superiori i bisogni delle truppe in
campo assistenziale e del benessere, diffondevano materiale propagandistico, preparavano con-
ferenze, allestivano divertimenti e spettacoli nei periodi di riposo passati nelle retrovie. L’azione
degli ufficiali addetti alla propaganda doveva rivolgersi anche alle popolazioni, organizzando
servizi di indagine sul morale ed opinioni dei civili, influire sulla stampa locale, fornendo diret-
tamente articoli e svolgere propaganda orale al fine di prevenire il diffondersi di idee disfattiste.
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Nel maggio 1918, queste attività denominate ufficialmente “Servizio P” vennero meglio in-
quadrate e strutturate con la formazione di sezioni P presso ciascun Ufficio I.T.O d’armata e
di centri di collegamento, poi Sottosezioni P, a livello di comando di corpo d’armata e d’in-
tendenza d’armata, coman-
do del genio, artiglieria ed
aeronautica d’armata. Vi
erano poi ufficiali P presso
ogni comando di reggimen-
to, raggruppamento, gruppo
o battaglione alpini autono-
mo, quartier generale e de-
posito di convalescenza.
Sottosezioni P svolgevano
attività di controspionaggio
e propaganda fra le truppe
italiane e le popolazioni ci-
vili. Tra gli scopi del servi-
zio P rientrava infatti anche
la vigilanza sulle popola-
zioni e la reciproca influen-
za con quello delle truppe.
La necessità della vigilanza
5.7 Cartolina del Servizio Informazioni che illustra il barbaro trattamento sulle popolazioni era emersa
riservato dagli Austro Ungarici ai prigionieri di guerra italiani specialmente dopo la ritirata
73 Circolare n. 2056-P in data 12 marzo 1918, Funzionamento del servizio di vigilanza, propaganda e contropropaganda
nelle zone di operazione e di retrovia, Comando Supremo - Sezione U, AUSSME, fondo F-3 Carteggio sussidiario prima
guerra mondiale.
74 Circolare n. 1117/P in data 1° febbraio 1918, Propaganda patriottica, Comando Supremo – Sezione U, AUSSME, fondo
F-2 Carteggio sussidiario armate, busta 105. In base alla circolare n. 2119/P in data 20 marzo 1918, Spirito delle truppe,
Comando Supremo – Servizio Informazioni, tutti i rapporti sullo spirito delle truppe stilati dal servizio censura, dai carabi-
nieri reali e dai fiduciari dovevano far capo esclusivamente agli uffici informazioni delle armate.
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