Page 143 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO QUINTO




                  Dall’interrogatorio di due ufficiali disertori di origini jugoslave, che avevano fatto parte del ser-
                  vizio informazioni nemico, si ebbe poi notizia dei preparativi segreti svolti da tempo da Austria
                  e Germania per fomentare le rivoluzioni in Russia ed in Italia, col ricorso a prigionieri di guerra
                  indottrinati con idee socialiste ed anarchiche e poi rilasciati nei paesi d’origine:

                        L’Austria vedendo di non poter vincere la guerra con le armi trovò opportuno di adoperare
                        gli spiriti rivoluzionari dello stato russo e poi quello italiano. Primo passo fu fatto al prin-
                        cipio del 1916 con concentramento di tutti i prigionieri dalle idee socialiste ed anarchiche.
                        […]. Dopo il crollo della Russia la più grande nemica dell’Austria era l’Italia e secondo
                        sistema russo volevano distruggere l’esercito italiano. Nell’agosto 1916 cominciarono già
                        con questo sistema della propaganda disfattista coi prigionieri italiani. […] ci sono due
                        scuole di disfattismo, una a Vienna e l’altra a Budapest. Finita questa scuola questi individui
                        alcuni secondo abilità venivano alla fronte d’Isonzo e in Tirolo nelle linee austriache e si
                        avvicinavano di notte colle pattuglie austriache agli avamposti italiani, mettendosi coi loro
                        connazionali in conversazioni, le quali spesso fruttarono con diserzioni dalle file italiane.
                        Gli altri i quali non erano adatti o inabili per questo servizio rimpatriavano come ammalati
                        col compito di seminare nell’interno d’Italia fra i soldati e fra i borghesi le idee disfattiste.
                        Nei circoli militari austriaci s’affermava che Caporetto costa all’Austria 700.000.000 coro-
                        ne e tutto questo fu dato allo scopo dello spionaggio e disfattismo. 65

                  La cattura di un membro del servizio informazioni austro-ungarico, certo Johan Kreutz, con-
                  sentì di conoscere l’attività e l’organizzazione delle pattuglie di contatto nemiche, incaricate di
                  fraternizzare coi soldati italiani per provocarne la diserzione o indurli ad ammutinarsi.  «Due
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                  giorni dopo la cattura, egli narrava ad un fiduciario come il suo reggimento avesse giocato un
                  ruolo speciale nell’azione di fraternizzazione sul fronte russo, tanto che l’Imperatore, nell’ultima
                  sua rivista, rivolto al reggimento, avrebbe detto: “Voi, furbi del 9° Schutzen continuate pure!”»
                  Eguale compito aveva il reggimento sul nostro fronte e in modo speciale un gruppo denominato
                  “Fern-ziel-rohr Abteilung” e composto di 5 uomini, fra i quali il Kreutz, che usava il pretesto di
                  scambiare oggetti e viveri, come primo passo per far succedere in Italia «una nuova Russia.»” 67
                  L’organizzazione della propaganda nemica faceva molto affidamento su squadre di questo tipo,
                  addette al contatto in prima linea con le truppe italiane ed incaricate di «infondere idee rivolu-
                  zionarie e deprimere così lo spirito combattivo». 68
                  Un altro pericolo da scongiurare era l’impiego da parte austriaca di uniformi italiane usate ripe-
                  tutamente per lanciare «contro le nostre posizioni drappelli con uniformi e distintivi o elmetti
                  italiani per trarre in inganno le nostre truppe».  Dopo Caporetto, venne incrementata la vigilan-
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                  65   Circolare n. 10197 in data 13 luglio 1918, Propaganda disfattista nemica, Comando Supremo – Servizio Informazioni,
                  AUSSME, fondo F-3 Carteggio sussidiario prima guerra mondiale.
                  66   Per le norme d’impiego delle pattuglie di avvicinamento austro-ungariche riportate sul Notiziario giornaliero n. 96 in
                  data 21 maggio 1918 del Comando Supremo – Ufficio Operazioni, si veda Filippo Cappellano, L’imperial regio esercito
                  austro-ungarico sul fronte italiano, op. cit., p. 437.
                  67   Foglio n. 5586 in data 28 febbraio 1918, Soldato austriaco Johan Kreutz, Comando Supremo – Ufficio Operazioni,
                  AUSSME, F-2 Carteggio sussidiario armate, busta 179. Per un episodio documentato di fraternizzazione si veda Basilio Di
                  Martino – Filippo Cappellano, L’arma della fraternizzazione nella grande guerra, in Studi storico-militari 2007, SME-Ufficio
                  Storico, Roma, 2009.
                  68   Bollettino della sezione P n. 1 bis in data 20 maggio 1918, Organizzazione della propaganda nemica sulla nostra fronte
                  (contatti e fraternizzazioni), comando 1ª Armata, AUSSME, fondo F-1 Comando Supremo – vari uffici, busta 296. L’azione
                  delle squadre era volta più precisamente a: «1) ottenere una tregua colle nostre truppe fronteggianti; 2) poter fare scambi
                  che aumentino la fiducia reciproca e permettano di venire ad abboccamenti; 3) assumere notizie di carattere militare; 4)
                  esercitare una influenza deleteria sul morale e sulla disciplina dei nostri soldati con idee socialiste, antimilitariste e pacifi-
                  ste, affinché essi le estendano fra i compagni, indebolendo così la compagine delle nostre unità; 5) sfruttare poi, se i primi
                  risultati fossero coronati da più ampi successi, le favorevoli condizioni così create, con azioni di piccolo o grande stile»
                  69   Foglio n. 19667 in data 13 settembre 1917, Abuso di uniformi italiane da parte del nemico, Comando Supremo – Ufficio


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