Page 189 - 8 Settembre 1943-25 aprile 1945 - La Resistenza dei Militari in Italia: un lungo percorso sino alla vittoria finale
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CAPITOLO SECONDO



           fascista nel quartiere romano dei Parioli. Esibì uno dei suoi falsi documenti, quello del ‘professor Martini’ ma
           non riuscì ad ingannare chi lo aveva fermato. La delazione che giunse all’autorità fascista era stata molto chiara
           e dettagliata. Consegnato alle SS, in Via Tasso in Roma, dove si procedeva all’interrogatorio e alle torture dei
           prigionieri, la prima persona che vide fu Kappler. La sua vita terminò il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine.


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           Molte furono le bande di resistenza civili alle quali aderirono militari o che si integrarono in un secondo
           momento in organizzazioni militari costituite in tutta l’Italia settentrionale occupata dai nazisti o presero il
           comando. Un esempio fra i tanti, molto poco conosciuto, accadde per il Servizio X nella resistenza , che agì
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           dapprima in Piemonte, nel Cuneese, per poi estendersi a Torino, a Genova, a Savona, creando una serie fitta
           di recapiti clandestini, che fu gestita da collaboratori civili e militari, attraverso i quali, i responsabili operativi
           della rete poterono restare collegati e operare con successo. Avrebbe dovuto fornire agli Alleati e alle loro
           missioni paracadutate, le informazioni sulla dislocazione dei numerosi reparti tedeschi in quella regione, i
           loro continui movimenti, nonché segnalare gli obiettivi militari e industriali da bombardare.
           Un giovane sottotenente di prima nomina in forza a Como nel 67º reggimento di fanteria, Aldo Sacchetti,
           era stato assegnato al 512º Battaglione di difesa costiera francese di Villefranche, dove era quando Badoglio
           annunciò l’armistizio l’8 settembre. Sfuggì alla cattura dei tedeschi con altri colleghi militari, arrivando in treno
           da Tenda e raggiungendo un comune vicino, dove dovette scendere perché il Capo stazione, uno dei tanti fer-
           rovieri che fecero una resistenza silenziosa ma concreta, lo avvertì che a Cuneo catturavano tutti i militari che
           trovavano, caricandoli su un carro bestiame. Dal Comune di Roccavione, dove si era nascosto, fu indirizzato a
           Valdieri perché lì c’era un gruppo di alpini che stava preparando la resistenza ai tedeschi con circa 1.000 uomini.
           Per motivi di sicurezza questa compagine si trasferì, a fine settembre 1943, in un ridotto, un posto nascosto nei
           valloni di un comune vicino, dove questo primo raggruppamento di ribelli elesse con entusiasmo un libero gover-
           no, con, primus inter pares, Duccio Galimberti  ed altri, e il tenente Sacchetti ne diventò Capo di Stato Maggiore,
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           progressivamente assumendo il comando del gruppo, dirigendo contemporaneamente la sezione informativa
           e di controspionaggio del Servizio X e collegandosi poi con altri gruppi resistenti piemontesi molto attivi .
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           Di casi del genere ce ne sono stati moltissimi, con molti Caduti, molto coraggio e tanta forza di resistere.



           Il Fronte Clandestino di Resistenza dei Carabinieri

           I nazisti ben conoscevano la fedeltà dell’Arma alla Monarchia, la capillarità sul territorio e la temevano,
           tanto da rimandare il rastrellamento del Ghetto ebraico (previsto ai primi di ottobre e attuandolo succes-
           sivamente, il 16 ottobre), al disarmo e allo scioglimento dell’Arma, fatta confluire nella Guardia Nazionale
           Repubblicana (GNR), come già ricordato. Ne avevano però incautamente sottovalutato la resilienza nelle
           formazioni clandestine. Si formarono infatti una serie di reparti territoriali, organizzati, non solo pronti ad
           assumere i servizi istituzionali in città nel momento in cui i nazisti fossero stati cacciati dalla capitale e dal
           territorio italiano, e bande mobili che stavano collaborando nelle azioni di guerriglia e di sabotaggio.
           All’armistizio, il generale Filippo Caruso non ebbe dubbio alcuno, schierandosi apertamente contro i tedeschi,
           anche se il governo di Badoglio non aveva ancora dichiarato guerra al Terzo Reich. Era stato messo in congedo
           nel marzo 1943 su domanda così, sentendosi libero da ogni vincolo militare, poté aderire al movimento clande-



           27   Da non confondersi con il fascista Servizio 6x, di informazioni parallelo, di Vittorio Foschini, ex giornalista, organizzato con
           fondi della Segreteria Particolare di Mussolini, nel 1943, poco prima del 25 luglio. Il Foschini andò poi a dirigere il Servizio Infor-
           mazioni Difesa (SID) della RSI, per breve tempo, data la sua pochezza professionale, e fu sostituito dal colonnello dei Carabinieri
           Candeloro de Leo, già capo controspionaggio SIM a Palermo, che fece la scelta di rimanere con il governo di Mussolini.
           28   V. cap. III, 3.2.
           29   Aldo Sacchetti - Sergio Costagli, Guerra nell’ombra 1944-1945. Il servizio X nella resistenza, Cuneo, PrimAlpe, 2005. Per avere
           altre informazioni su alcune bande di resistenza del Piemonte, vedi anche tra i documenti di Allen Dulles, probabilmente presi
           dall’OSS in Italia, durante la Liberazione, in: https://findingaids.princeton.edu/catalog/MC019-09_c037

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