Page 114 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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La “quinta sponda “ storia dell’occupazione italiana della Croazia.


            formazioni volontarie. I capi serbi, pur con notevoli divergenze tra loro, erano tutti
            in contatto con Mihailović, a cui fornivano dettagliate notizie sulle operazioni in
            corso. Sebbene l’obiettivo principale dei četnici fosse diventato quello di scon-
            giurare la vittoria delle forze partigiane, che avrebbero impedito la restaurazione
            della monarchia jugoslava, nulla toglieva che nel caso si fosse provveduto al loro
            disarmo, essi sarebbero tornati senza troppe esitazioni a battersi contro tedeschi
            e italiani. Mihailović riteneva eventi decisivi potessero svolgersi nel maggio del
            1943 – sostegno aviazione inglese – e perciò v’era il concreto pericolo che potesse
            ultimare per quel mese “la preparazione militare e spirituale della popolazione per
            l’insurrezione generale”. Costante assillo dei capi četnici sarebbe diventato quindi
            il procacciarsi e accantonare armi, munizioni e viveri, inoltrando richieste superiori
            al fabbisogno e ricorrendo al sotterfugio di simulare scontri con esito sfavorevole
            per giustificare le richieste di compensazione del materiale andato perso. 28




            Inevitabili contrasti


               Con il moltiplicarsi delle richieste d’aiuto da parte della popolazione civile e
            l’aumentare delle ribellioni organizzate, diversi comandanti di divisione e di presi-
            dio italiani iniziano a pronunciarsi a favore della rioccupazione del territorio croato
            e della ripresa, da parte delle autorità italiane, dei poteri civili abbandonati preci-
            pitosamente alle autorità dello Stato Indipendente Croato. Sul piano militare lo
            sgombero dei reparti italiani, nonostante le insistenti pressioni di Pavelić, non è mai
            avvenuto del tutto. L’instabilità nello Stato croato rischia di propagarsi ai territori
            annessi all’Italia: Ambrosio propone quindi al Comando Supremo la rioccupazione
            della “seconda” e “terza zona”, fino alla linea di demarcazione con l’occupazione
            tedesca, al fine di “pacificare” il territorio e salvaguardare il confine. Il 13 ago-
            sto 1941 Mussolini impartisce al generale Ugo Cavallero, capo di Stato Maggiore
            Generale, la direttiva di rioccupare l’intera “zona demilitarizzata” e aumentare le
            forze lì dislocate, allontanando le truppe croate e assumendo i poteri dalle autorità
            civili. La richiesta del passaggio dei poteri civili alle autorità italiane nella “seconda
            zona” incontra l’ovvia resistenza del Poglavnik, preoccupato dall’eventuale allon-
            tanamento delle truppe croate dalla zona rioccupata. Pavelić insisterà affinché i


               33551, Promemoria, oggetto: Ex Jugoslavia – Atteggiamento dei cetnici, f.to il Colonnello
               Capo Servizio Edmondo de Renzi, il Colonnelo Vice Capo Servizio V. Pasquale, 20 marzo
               1943-XXI.
            28  Ibidem, Stato Maggiore R. Esercito, Ufficio Operazioni I-3ª Sezione, Promemoria, oggetto:
               Atteggiamento dei cetnici, 22 marzo 1943-XXI.

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