Page 119 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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Popolazione e nazionalità


             violenza. L’ordine di occupare anche la “terza zona” fino alla linea di demarcazione
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             con l’occupazione tedesca arriva al comando italiano il 7 ottobre:  le operazioni
             avranno inizio due giorni dopo, ancora una volta senza incontrare particolare resi-
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             stenza.  Viene disposto il disarmo generale: il termine per il versamento di armi,
             esplosivi e munizioni – alle autorità croate sotto il controllo dei comandi di presidio
             italiani – viene fissato per il giorno 22, superato il quale la pena di morte attende
             chiunque sia trovato in possesso di armi (così come chi attenti in qualunque modo
             all’ordine pubblico). 45
                Il provvedimento incontra le inutili proteste del commissario generale ammi-
             nistrativo croato che ritiene impossibile ritirare la milizia ustaša dal territorio del-
             la “terza zona”: secondo Karčić, infatti, si ripeterebbe ciò che sta avvenendo sul
             litorale – dal quale erano già state ritirate le milizie – dove ci sono migliaia di
             persone fuggite alle aggressioni dei četnici, che l’esercito italiano non ha potuto
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             tutelare sufficientemente.  I četnici inoltre continuano a minacciare gli elementi
             cattolici e musulmani nei distretti di Sinj, Mostar, Nevesinje, Stolac e Ljubinje e
             ancora a Brinje.  All’occupazione italiana sarebbe stato quindi preferibile per la
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             “normalizzazione” dei paesi aggrediti dalle bande serbe e per una maggiore si-
             curezza della popolazione, ripristinare le stazioni di gendarmeria croata sospese
             durante le precedenti ribellioni, istituendone inoltre di nuove e moltiplicandone il
             numero degli effettivi in servizio. Soltanto in tal modo – sostiene il commissario
             croato – sarebbe stato possibile porre ordine nelle località sconvolte dalle rivolte
             “četnico-comuniste”, con la piena ripresa del potere da parte delle autorità civili e
             militari croate. 48
                La notizia degli accordi italo-croati si diffonde rapidamente tra gli insorti della


             43  Ibidem, Comando 2ª Armata, Ufficio Operazioni, al Dottor Karčić Commissario Generale
                Amministrativo della Croazia, prot. n. 10061, oggetto: Occupazione territorio croato, f.to il
                Generale Comandante designato d’Armata V. Ambrosio, P.M.10, 7 ottobre 1941-XIX.
             44  AUSSME, N. 1-11, b. 724, Diario storico Comando 2ª Armata, P.M.10, 9 ottobre 1941-XIX.
             45  HDA, 491, OUP, kut. 3, Comando 2ª Armata, Ufficio Affari Civili, al Commissariato Gene-
                rale Amministrativo dello Stato Indipendente di Croazia presso il Comando della 2ª Armata,
                prot. n. 2459/AC/Segreto, oggetto: Occupazione del territorio fra la zona demilitarizzata e
                la linea di demarcazione tedesca, f.to il Generale Comandante designato d’Armata V. Am-
                brosio, P.M.10, 9 ottobre 1941-XIX.
             46  Ibidem,  a  Sua Eccellenza  il  Generale  Comandante  designato  d’Armata  V. Ambrosio, n.
                1670/41, il Commissario Generale Amministrativo Dr. Karčić, Sušak 17 ottobre 1941.
             47  Ibidem, Promemoria giornaliero n. 20 del 9/10/1941, il Commissario Generale Amministra-
                tivo, Sušak 9 ottobre 1941; id., Promemoria giornaliero n. 31 del 22/10/1941, il Commissa-
                rio Generale Amministrativo, Sušak 22 ottobre 1941; id., Promemoria giornaliero n. 36 del
                28/10/1941, il Commissario Generale Amministrativo, Sušak 28 ottobre 1941.
             48  Ibidem, kut. 4, 2532, 1, all’onorevole Comando 2ª Armate R.E.I. sede, il Commissario Ge-
                nerale Amministrativo, Sušak 5 novembre 1941.

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